L’episodio all’ospedale di Alatri nel
’99: la piccola sarebbe stata mandata via dall’ambulatorio troppo
presto Sviene dopo il vaccino, medico a
giudizio La bambina riportò un trauma cranico:
l’accusa è di lesioni colposedi MASSIMO CECI
Nel 1999 ha iniettato il
vaccino contro l'epatite "B" ad una bimba di Ferentino che aveva undici anni; il
5 maggio M. L. G., allora medico presso l'ospedale "San Benedetto" di Alatri,
dovrà difendersi nel processo che si è aperto contro di lei per lesioni colpose.
Secondo il capo d'imputazione, M. L. G. è stata rinviata a giudizio "per non
aver adottato le misura precauzionali previste in caso di vaccinazione e
finalizzate ad evitare crisi lipotimiche nei pazienti vaccinati". In altre
parole: la bambina che aveva appena vaccinato ha perso conoscenza per pochi
minuti, è caduta per terra lungo il corridoio dell'ospedale di Alatri mentre
tornava a casa con la mamma, ha battuto la testa ed ha riportato un trauma
cranico. Questo, secondo il gip del tribunale di Alatri, perché M. L. G. non ha
sorvegliato adeguatamente la bambina subito dopo averla vaccinata, come invece
prescrive il protocollo medico. Una presunta leggerezza che, se confermata nel
dibattimento, le potrebbe costare cara. Nel corso delle indagini, gli
investigatori avevano stretto il cerchio anche attorno all'infermiera che aveva
assistito la dottoressa durante la vaccinazione di Gaia (nome di fantasia a
tutela dell'anonimato della bimba), ma il tribunale di Alatri l'ha assolta
escludendo ogni responsabilità in relazione alla crisi lipotimica della piccola
di Ferentino. L'episodio risale a quattro anni fa. Gaia, allora undicenne,
era stata accompagnata dalla mamma presso l'ospedale di Alatri per farsi
vaccinare contro l'epatite "B". La dottoressa M. L. G. le aveva praticato il
vaccino ma dopo, secondo le accuse, non avrebbe sorvegliato adeguatamente la
piccola. In pratica, l'avrebbe fatta rialzare dal lettino e l'avrebbe
riconsegnata alla madre troppo in fretta senza far trascorrere sotto
osservazione il tempo imposto dal protocollo medico. Dopo la vaccinazione,
infatti, il paziente potrebbe perdere conoscenza per alcuni attimi (crisi
lipotimica) e, cadendo al suolo con violenza, farsi male. La piccola Gaia,
proprio mentre andava via dall'ospedale, ancora lungo il corridoio, perse
conoscenza e, nella caduta, batté la testa provocandosi un trauma cranico e il
successivo ricovero nello stesso ospedale. La mamma decise allora di sporgere
denuncia contro medico e infermiere che avevano iniettato il vaccino alla
figlia, eleggendo come difensore di fiducia l'avvocato Enrico Pavia.
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