Gli utenti accusano Tempi d’attesa lunghi, la Asl: «La situazione è
migliorata»di MARZIA FELICI
Tempi d'attesa per
analisi e visite: pomo della discordia tra utenti e dirigenza Asl. I cittadini
si lamentano e parlano di disservizio, il manager della Asl risponde, dati
ufficiali alla mano, che la situazione a Frosinone non è così poi tanto critica,
soprattutto se rapportata alle altre province e alla media nazionale. Sulla base
dei dati diffusi dal Tribunale dei diritti del malato, infatti, negli ultimi tre
anni l'andamento dei tempi di attesa per le prestazioni mediche in Ciociaria è
nettamente diminuito. Se per fare un'ecografia nel 2000 era necessario aspettare
60 giorni, nel 2002 la media è di 20 giorni. Lo stesso discorso vale per esami
come la mammografia, dove si è passati da 60 giorni d'attesa a 22, la Tac (da 40
a 12 giorni), l'ecocolordoppler (da 90 a 87), con un incremento percentuale
dell'offerta delle prestazioni che, in alcuni casi, sfiora l'80% (mammografia
79,1%, Tac 44,4%, ecografia 40,6%). Ma se tutto funziona così bene perché i
cittadini si lamentano? «Il problema delle liste di attesa - risponde il manager
Asl Domenico Stalteri - è legato sia alla carenza di personale, sia alle scelte
degli utenti stessi. L'azienda non funziona al meglio, ma sta facendo passi da
gigante. Abbiamo fatto numerosi concorsi per selezionare nuovo personale da
mettere a supporto dei tanti servizi offerti, così come abbiamo preso un impegno
concreto per il completamento dei presidi ospedalieri di Pontecorvo e Frosinone.
La scarsa disponibilità del personale specializzato è uno dei motivi
fondamentali dei tempi di attesa. Ma è anche vero che, in molti casi, sono gli
stessi utenti che alimentano le lunghe liste di attesa. Esclusi i casi di
emergenza dove assicuriamo sempre una prestazione al massimo entro le 24 ore,
sono molti i cittadini che preferiscono un medico ad un altro determinando così
dati sulle liste d'attesa del tutto infondati. Sono disposti ad aspettare mesi e
mesi pur di fare quell'esame con chi vogliono loro rifiutando di spostarsi per
esempio in strutture ospedaliere di altri centri della provincia». Ma se questo
è innegabile, è anche vero che i cittadini hanno il diritto di farsi curare da
personale competente e affabile.
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