Cassino/Il direttore della struttura
sanitaria replica: i contenitori sono conservati al chiuso, non c’è alcun
pericolo «Amianto abbandonato in
ospedale» La Cgil denuncia: una ventina di
cassoni in eternit da anni in un sottotettodi FRANCESCA COPPOLA
«Venti contenitori di
eternit giacciono abbandonati sotto una tettoia sulla terrazza dell’Ospedale di
Cassino, adottati dai piccioni che ne hanno fatto comodi nidi». L’allarme lo
lancia un delegato Cgil Sanità di Cassino, Carmine Sassone, che si interroga
sulle condizioni di periocolosità del “giacimento" di amianto, e gira la domanda
con una interrogazione scritta, al direttore generale della Asl di Frosinone
Carmine Cavallotti. «Considerato che il nosocomio è naturalmente un ambiente ad
alto rischio di infezioni, e che in particolare quello di Cassino ha tra i
dipendenti una alta incidenza di malattie per cause di servizio, sono fortemente
preoccupato per il pericolo possibile di dispersione di particelle d’amianto che
potrebbero essere rilasciate dai cassoni e chiedo alla massima autorità
sanitaria se dall’ospedale ciociaro siano state richieste analisi per rilevare
la presenza di tali fibre nell’ambiente». I cassoni di eternit (un
cemento-amianto bandito dalla legge, le cui particelle se emanate nell’aria ed
inalate provocano tumori alle vie respiratorie), servivano un tempo come
serbatoi d’acqua, ora giacciono sotto la tettoia del Gemma De Posis esattamente
in corrispondenza del reparto Pediatria, al piano inferiore. «Mi chiedo perché
la Asl non abbia predisposto un intervento per rimuovere l’amianto, come prevede
il decreto 277 del ’91 - afferma preoccupato Sassone - Se la fibra d’amianto dei
cassoni si rivelasse in cattive condizioni e quindi soggetta alla dispersione di
particelle, per i dipendenti dell’ospedale e per i pazienti, al rischio
infettivo già presente si aggiungerebbe questo secondo pericolo». Nell’attesa
della risposta del manager della Asl, il direttore dell’ospedale di Cassino,
Ettore Cataldi, smentisce con assoluta certezza la denuncia della Cgil, e
afferma: «Quella tettoia è stata sottoposta ad una pulizia meticolosa circa un
mese fa». Dunque non c’è alcun pericolo di amianto sulle teste dei degenti
dell’ospedale? Il direttore afferma convinto: «L’unica presenza di amianto è
proprio quella della copertura del tetto dell’ospedale, che però è stato
verniciata con un fissante per annullare ogni pericolo di dispersione» E quei
venti serbatoi? «Sì, ci sono ma non sono affatto pericolosi. Addirittura tra le
opere che abbiamo richiesto alla Asl provinciale, per rendere la nostra
struttura conforme alla legge n.626 per la sicurezza dei luoghi di lavoro, non
abbiamo incluso alcun intervento di rimozione di quei cassoni perché sono posti
in luogo chiuso. L’amianto è dannoso solo se scalfito dalle intemperie e reso
volatile, e lì è impossibile che si creino queste condizioni». A detta del
sindacalista, però la tettoia sarebbe provvista di finestre che permettono il
passaggio di piccioni e potrebbero quindi anche lasciare l’amianto libero di
volatilizzarsi. Potrebbe avvenire questo? Il direttore ammette «Quei contenitori
sono lì da almeno venti anni» poi assicura: «ma sicuramente in buone
condizioni».
|