Dipendenti senza indennità: i sindacati contro il manager di SIMONA DI RIENZO
L'Asl di Frosinone di
nuovo nell'occhio del ciclone. Questa volta al centro dell'attenzione è
l'accordo, sottoscritto il 18 aprile scorso, tra Cgil, Cisl e Uil da un lato e,
dall'altro il direttore generale, Carmine Cavallotti sull'indennità di
coordinamento da corrispondere a circa 200 dipendenti. Ora, i sindacati si
chiedono perché l'azienda abbia deciso di dare tre milioni, dilazionati in
dodici mesi, soltanto ad una parte di tecnici di laboratorio ed analisi, della
riabilitazione, infermieri (tutti ricompresi nella fascia D) che effettivamente
svolgano funzioni di coordinamento. In tutto più di cento persone. «L'azienda ha
firmato un accordo ed ora, dopo pochi giorni, se lo è rimangiato. E', poi, molto
difficile capire chi, all'interno dell'Asl, ha questo tipo di funzioni - spiega
Davide Della Rosa, segretario generale della Funzione Pubblica della Cgil -
adesso, peraltro, si pone un problema di credibilità della controparte».
Infatti, i sindacati e l'Asl aveva firmato l'accordo soltanto in relazione alla
parte fissa dell'indennità di coordinamento, rimandando a successive trattative
quella variabile (da 0 a tre milioni, ndr.). «L'atteggiamento dell'azienda fa
sorgere problemi seri con gli operatori sanitari, destinatari dei soldi. Ciò che
è accaduto va ricondotto a problemi interni all'Asl», continua Della Rosa. Quali
saranno le prossime mosse? «Ci incontreremo in settimana e decideremo. Faremo
ricorso prima al direttore generale, poi, al giudice del lavoro», conclude Della
Rosa.
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