LA LETTERA
«L’eliambulanza non arriva, salvati grazie al soccorso alpino»
di Massimo Quaglieri
Dal signor Massimo Quaglieri riceviamo e pubblichiamo
il racconto della sua disavventura, terminata positivamente grazie alla
caparbietà degli uomini del Soccorso Alpino.
Con la presente intendo ringraziare sentitamente i componenti del Soccorso
Alpino Lazio per il tempestivo intervento di soccorso prestatoci l’8
giugno scorso che ci vedeva, nostro malgrado, protagonisti dopo varie
vicissitudini: pioggia improvvisa, grandinata, scivolate. Mia moglie
Lucrezia Buttarazzi purtroppo riportava un trauma distorsivo del ginocchio
destro che le impediva di proseguire con le sue forze e il dolore le
faceva perdere più volte i sensi. A ciò telefonammo al 112 chiedendo il
soccorso e spiegando le ragioni. Erano le 18,20.
Dopo nemmeno un’ora i primi soccorsi erano arrivati, faccio presente che
la zona dove ci trovavamo era un canalone molto impervio con forte
pendenza e le spiegazioni che abbiamo fornito sulla nostra posizione poco
precise.
Richiesi l’intervento di un elicottero per il soccorso dell’infortunata e,
dopo varie telefonate, ci veniva detto che l’elicottero non partiva dopo
le 17,00. Mia moglie veniva quindi imbarellata e trasportata con grande
sforzo dai soccorritori. Il dottore del Soccorso Alpino alla fine non
aveva che un filo di voce a forza di farla rinvenire e di parlarle per
tenerla cosciente.
Solo a notte fonda, erano passate le 3,00 del mattino, ci potevamo dire
veramente in salvo. Un solo appunto perché non ci è stata inviata l’eliambulanza
che avrebbe velocizzato enormemente il salvataggio della malcapitata? Le
condizioni c’erano tutte, ma ciò non è avvenuto. Chiedo quindi a chi di
competenza di permetterne l’uso in futuro al fine di evitare inutili
perdite di tempo e di risorse umane.