Cronaca di Frosinone

Giovedì 19 giugno 2003

LA LETTERA/DELLA ROSA, CGIL
«Gestione clientelare, Asl allo sbando»

di DAVIDE DELLA ROSA
 Segretario provinciale Cgil Funzione pubblica

In questi giorni la stampa descrive in maniera efficace lo stato pre-comatoso della sanità pubblica, in particolare quella del Lazio. Ad aggravarne la situazione specifica, evidenzia la situazione di persecuzione politica creata da alcuni manager tutti nominati dal centro-destra nei confronti di tutti coloro che denunciano lo scempio in atto e che preferiscono restare in anonimato per non incorrere nelle rappresaglie. Nella Asl di Frosinone, specchio fedele di quanto accade nella Regione, più che rappresaglie contro chi non si accoda nei “peana” di glorificazione dei vincitori, si è ingenerata la convinzione che ogni decisione di un certo rilievo, se non ha l’avallo dell’onorevole Foglietta e del direttore sanitario (decaduto per legge a seguito della nomina di un commissario straordinario, ma curiosamente ancora in carica) dottor Mirabella, essa è destinata a misera fine. Ovviamente lo scopo è il ferreo controllo di tutti i movimenti all’interno dell’azienda per uso e consumo politico della parte che rappresentano. Due esempi per capire di cosa parliamo: si assumono nel corso del 2002 circa 240 infermieri per tappare le paurose falle di organico e anzichè procedere nell’assegnazione col criterio del diritto di scelta in base alla posizione in graduatoria, essi vengono collocati in base al criterio della “simpatia politica” scientificamente gestita dalla direzione sanitaria, creando squilibri nei vari presidi ospedalieri, alcuni dei quali non se ne vedono assegnare nemmeno uno. Alle proteste generalizzate, rispondono che trattasi di “assegnazione provvisoria” salvo verifica dopo tre mesi.
E’ passato un anno ed è tutto come prima. Nell’aprile del 2003 se ne assumono altri 22 da inviare laddove era più acuta la carenza di infermieri (Anagni, Frosinone, Cassino), ma dopo tre giorni nove di essi cambiano destinazione su “pressione” di amici politici e di lì a poco anche gli altri li avrebbero seguiti. Potremo citare altri esempi del degrado raggiunto nel rapporto Direzione Aziendale-operatori-utenti (demotivazione del personale che vede disapplicati importanti istituti contrattuali, assenza di investimenti in nuove tecnologie, assenza di un progetto chiaro e condiviso dagli enti locali di riorganizzazione aziendale), ma preferiamo concludere con una proposta diretta a Storace. Nomini Stalteri Direttore generale e lasci scegliere a lui i suoi collaboratori più stretti e ponga fine a questo caos istituzionale.