LA LETTERA/DELLA ROSA, CGIL
«Gestione clientelare, Asl allo sbando»
di DAVIDE DELLA ROSA
Segretario provinciale Cgil Funzione pubblica
In questi giorni la stampa descrive in maniera efficace
lo stato pre-comatoso della sanità pubblica, in particolare quella del
Lazio. Ad aggravarne la situazione specifica, evidenzia la situazione di
persecuzione politica creata da alcuni manager tutti nominati dal
centro-destra nei confronti di tutti coloro che denunciano lo scempio in
atto e che preferiscono restare in anonimato per non incorrere nelle
rappresaglie. Nella Asl di Frosinone, specchio fedele di quanto accade
nella Regione, più che rappresaglie contro chi non si accoda nei “peana”
di glorificazione dei vincitori, si è ingenerata la convinzione che ogni
decisione di un certo rilievo, se non ha l’avallo dell’onorevole Foglietta
e del direttore sanitario (decaduto per legge a seguito della nomina di un
commissario straordinario, ma curiosamente ancora in carica) dottor
Mirabella, essa è destinata a misera fine. Ovviamente lo scopo è il ferreo
controllo di tutti i movimenti all’interno dell’azienda per uso e consumo
politico della parte che rappresentano. Due esempi per capire di cosa
parliamo: si assumono nel corso del 2002 circa 240 infermieri per tappare
le paurose falle di organico e anzichè procedere nell’assegnazione col
criterio del diritto di scelta in base alla posizione in graduatoria, essi
vengono collocati in base al criterio della “simpatia politica”
scientificamente gestita dalla direzione sanitaria, creando squilibri nei
vari presidi ospedalieri, alcuni dei quali non se ne vedono assegnare
nemmeno uno. Alle proteste generalizzate, rispondono che trattasi di
“assegnazione provvisoria” salvo verifica dopo tre mesi.
E’ passato un anno ed è tutto come prima. Nell’aprile del 2003 se ne
assumono altri 22 da inviare laddove era più acuta la carenza di
infermieri (Anagni, Frosinone, Cassino), ma dopo tre giorni nove di essi
cambiano destinazione su “pressione” di amici politici e di lì a poco
anche gli altri li avrebbero seguiti. Potremo citare altri esempi del
degrado raggiunto nel rapporto Direzione Aziendale-operatori-utenti
(demotivazione del personale che vede disapplicati importanti istituti
contrattuali, assenza di investimenti in nuove tecnologie, assenza di un
progetto chiaro e condiviso dagli enti locali di riorganizzazione
aziendale), ma preferiamo concludere con una proposta diretta a Storace.
Nomini Stalteri Direttore generale e lasci scegliere a lui i suoi
collaboratori più stretti e ponga fine a questo caos istituzionale.