Ceprano/Per il tribunale l’intervento chirurgico era
urgente, anche se non previsto dalla Regione. Il legale: sentenza pilota
Rimborso negato, Asl condannata
L’uomo fu costretto a rivolgersi ai privati per una protesi alla mandibola
di MASSIMO CECI
Per sei anni la Asl di Frosinone gli ha negato il
rimborso della protesi mascellare impiantata da una clinica privata.
Giovedì, il giudice Fabrizio Riga del tribunale di Frosinone ha condannato
l’azienda sanitaria a risarcirgli quattro milioni e mezzo di lire. «È una
sentenza pilota in provincia», commenta l’avvocato Carla Corsetti.
B. T., 64 anni di Ceprano, si era ammalato di tumore alla mandibola. Una
neoplasia che lo aveva costretto ad una parziale asportazione dell’osso,
con conseguente ricostruzione chirurgica in uno studio privato. L’ospedale
civile, infatti, non poteva eseguire quell’operazione, non indicata nella
tabella annessa alla delibera regionale del 1983. B. T. aveva presentato
le fatture dell’operazione nel novembre 1997, prima di rivolgersi al
legale nel 1999. Ma la Asl (secondo la denuncia) aveva risposto ad
entrambi così: «Il rimborso dell’operazione non è previsto dalla Regione
Lazio».
Giovedì la sentenza di condanna del tribunale di Frosinone, dopo il
ricorso presentato nel 2000 dall’avvocato Corsetti. Due i motivi a
sostegno della decisione: la protesi non poteva essere impiantata in
alcuna struttura pubblica; l’operazione era urgente e indifferibile.
Giustificato, quindi, e non arbitrario, il ricorso ad una casa di cura
privata.
Ora l’azienda sanitaria dovrà rifondere al pensionato le spese
dell’operazione e gli interessi legali maturati in questi sei anni. «Ma
c’è qualcosa di più - spiega l’avvocato Corsetti - Ora la Asl ci penserà
due volte prima di rifiutare il rimborso ai pazienti che si trovano nelle
condizioni del mio cliente».