Interrogazione dei Ds all’assessore regionale, De Angelis accusa: «Enormi
sprechi nel finanziamento alle case di cura»
Sanità al collasso, cliniche sott’accusa
Stalteri, ex manager Asl: in sette anni triplicati i costi per
le convenzioni
di MASSIMO CECI
Aumentano a dismisura i costi per l’assistenza ospedaliera convenzionata
ma intanto continuano i malori per l’afa negli ospedali pubblici e alcuni
reparti chiudono “per ferie”: manca l’acqua nei distributori e le stanze
non sono refrigerate. Si muovono i politici e di dipendenti: i Ds firmano
un’interrogazione regionale per risalire alle responsabilità politiche;
gli impiegati della Asl insorgono per il caldo insopportabile.
Il primo a denunciare la crescita dei costi delle case di cura private è
stato l’ex manager dell’Asl di Frosinone Domenico Stalteri. Nella
relazione 2003 presentata alla Regione e alla Asl, Stalteri afferma: «I
costi per le strutture private provvisoriamente accreditate aumenta
notevolmente anno per anno, per effetto di nuovi accreditamenti da parte
della Regione di strutture per la riabilitazione, la lungodegenza medica e
le Rsa (Residenze sanitarie assistite per anziani non autosufficienti, ndr)
ed in conseguenze dell’adeguamento del sistema tariffario. Per questa
componente di costo siamo passati da un importo di euro 17.559.534,57 del
1995 a circa 57.722.135 del 2002». Spesa più che triplicata in 7 anni.
I soggetti privati accreditati sono i seguenti: “San Francesco” e “Nuova
Santa Elisabetta” (zona Alatri-Anagni); “Sant’Antonio” (zona Frosinone);
“Santa Teresa”, “Villa Gioia” e “Salus” (zona Sora); “San Raffaele”,
“Sant’Anna”, “Villa Serena”, “Parco Madonna delle Grazie”, “Piccole Suore
di Castrocielo”, “Villa degli Ulivi” e “Piedimonte San Germano” (zona
Cassino). Ben 9 di queste cliniche sono accreditate come Rsa, per un
totale di 593 posti-letto. «La gestione delle case di cura private -
scrive sempre Stalteri - si è spesso rivelata in passato alquanto
problematica sia per quanto riguarda l’aspetto puramente finanziario, sia
per quanto concerne gli aspetti procedurali e comportamentali derivanti
dal rispetto delle convenzioni. Oggi si è riusciti a dare notevole
liquidità a dette strutture, attraverso il pagamento costante delle
fatture entro il 91° giorno».
«La medicina convenzionata delle case di cura private accreditate è il
settore di maggior spreco della Asl - osserva il segretario provinciale
della Cgil-Fp, Davide Della Rosa - Queste cliniche assorbono moltissimo
denaro pubblico e spesso per ricoveri che possono benissimo essere
effettuati in strutture pubbliche. I costi sono a carico della Regione,
però è la Asl ad anticiparli. La restituzione avviene dopo 4-5 anni e il
deficit si ingrossa, come ha ben rilevato Stalteri».
«La cosa non finisce qui - sbotta il consigliere regionale dei Ds
Francesco De Angelis - La sanità ciociara è allo sfascio ma si continua a
dire che sono tutte misure provvisorie. Se questi sono i primi
provvedimenti di Mirabella, non ci siamo. Sto per presentare
un’interrogazione urgente all’assessore regionale alla Sanità per indagare
sulle carenze di organico della Asl nonostante l’espletamento dei concorsi
e sugli enormi sprechi nei finanziamenti delle case di cura private. Di
chi è la colpa?»