UNA RIFLESSIONE
E c'è ancora chi ama... parlare
La sanità pubblica, ne diciamo ancora qui
accanto, è praticamente decotta (non certo per il caldo), eppure c'è
ancora chi ha voglia di... far chiacchiere invece di fatti. In questo
senso, appare per lo meno anacronistico che, alla vigilia della prima
presa di contatto tra il nuovo manager delta Asl e le componenti
sindacali, da parte di una di queste, l'Ugl per la precisione, ci si
avventuri in una sorta di difesa d'ufficio (certamente non sollecitata e
sicuramente non necessaria al direttore Mirabella) a confutazione delle
affermazioni dell'ex Domenico Stalteri.
Della sortita da parte Ugl, a dirla in tutta sincerità, sconcerta,
soprattutto, dover constatare come una componente sindacale, ancorché se
del caso entrare nel merito delle affermazioni, se vogliamo dei
"sassolini" che Domenico Stalteri si è tolto dalle scarpe al momento di
lasciare il posto a Mirabella, si avventura sul terreno (pericolosissimo,
specie per un sindacato, che dovrebbe mantenere una posizione, per così
dire super partes) del "ma che cosa ha fatto Stalteri per rimediare alle
disfunzioni che oggi denuncia".
E poi giù una sequela di "avevamo detto", "avevamo proposto", sempre per
confermare che, poverino lui sordo a qualsiasi sollecitazione e consiglio,
i guasti delta sanità ciociara se non proprio interamente ascrivibili
all'ex commissario straordinario, lo possono essere per una buona parte.
Per di più con il messaggio, neppure tanto subliminale (ci risiamo con il
richiamo agli atteggiamenti super partes), che il nuovo potrà fare meglio,
motto meglio, se non altro "perché profondo conoscitore delle contorte
problematiche della nostra sanità, aperto al dialogo ed in grado di
affrontare i nodi della sanità", anche perché (si sbilancia ulteriormente
l'Ugl) "capace di far comprendere a tutti che è finito il tempo di
coltivare ognuno il proprio orticello sotto casa".
Non vorremmo essere eccessivamente caustici, ma, di certo, se i prodromi
della nuova "era sanità" in Ciociaria debbono essere questi, beh, ce n'è
davvero perché tremino i polsi anche al più impavido.
Soprattutto c'è da fare gli auguri più sinceri al nuovo che si avventura
in questi meandri.
g.v.
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