La Regione indica ai direttori generali gli obiettivi per
il contenimento del deficit 2003
Lazio: tagli al concordamento
Principali imputati: personale e beni e servizi - Ospedali nel mirino
Il disavanzo 2003 cala nelle aziende sanitarie del Lazio. Ma soprattutto
personale e beni e servizi lo tengono ancora su. E la Regione chiede di
più ai manager. I conti parlano chiaro: il deficit complessivo del 2002 è
stato di 562,5 milioni (gli interventi regionali e il fatto che a livello
aziendale non siano considerati i saldi dei proventi da «oneri
straordinari» e quelli da «oneri finanziari » giustificano la differenza
tra il totale dei disavanzi aziendali e quello complessivo regionale),
quello del 2003 deve attestarsi a quota 191,1 milioni. E per farlo la
Regione ha messo in pista la procedura del «concordamento » che si divide
in quattro fasi:
- verifica dei dati e costruzione degli indicatori regionali di
riferimento rispetto ai quali comparare aziende, valori medi regionali e
nazionali;
- conoscenza immediata dei costi complessivi regionali 2003, individuando
le componenti di maggior peso e quelle cresciute di più nel 2002;
- centrare l’obiettivo 2003 di disavanzo complessivo come risulta dalla
proposta regionale verificandone sostenibilità economica e finanziaria;
- valutazione delle situazioni aziendali più critiche per i costi legati
all’attivazione di strutture sanitarie a «forte investimento regionale »
per verificare la possibilità di sostegno da parte della Regione (si parla
soprattutto del S. Andrea di Roma).
Da giugno ad agosto la Regione ha incontrato tutti i manager laziali
verificando azioni e costi e valutandone le proposte di budget. E il
risultato si è consolidato negli obiettivi 2003 indicati nella delibera
838 del 5 settembre con cui si rende operativo il concordamento.
Personale. Nel 2002 troppe assunzioni: nonostante il blocco deciso
dalla Regione il “saldo” è stato di 858 unità. L’obiettivo del
concordamento per il 2003 è ridurre la spesa rispetto al preconsuntivo
2002 abbattendo l’inefficienza nell’utilizzo delle risorse umane
(soprattutto in ospedale) e rispettando il blocco delle assunzioni
stabilito dalla Finanziaria 2003. Per qualunque assunzione in deroga alla
legge, i direttori generali dovranno accertarsi che l’onere sia
compatibile con il livello massimo di costo che gli compete. E un occhio
di riguardo dovranno riservarlo per le assunzioni a tempo determinato, da
limitare all’indispensabile.
Beni sanitari. L’eccesso di costi è stato determinato dalla fornitura
diretta di farmaci per la continuità terapeutica, per gli assistiti in
hospice e Rsa e per alcuni farmaci ai residenti in alternativa al canale
farmacie. Anche l’ossigeno terapeutico a domicilio è costato caro come i
farmaci antidiabetici e i microinfusori per insulina. A contribuire
all’eccesso di spesa, poi, ha pensato l’incremento dell’attività
ospedaliera nei presìdi delle Asl e l’aggiudicazione delle forniture a
prezzi più alti, sia per i costi delle nuove molecole sia per i maggiori
prezzi offerti. L’obiettivo è la stabilizzazione dei costi rispetto al
2002, abbattendo anche per questa voce l’inefficienza nell’utilizzo delle
risorse soprattutto in ospedale.
Servizi non sanitari. I costi sono lievitati per le aggiudicazioni
di contratti di servizi in appalto a prezzi superiori a quelli previsti
nei contratti in scadenza, per l’estensione degli appalti già esistenti,
l’esternalizzazione di nuovi servizi e i rinnovi di convenzioni con
strutture private per prestazioni ospedaliere e specialistiche. Obiettivo:
la stabilizzazione dei costi rispetto al preconsuntivo 2002, da ottenere
valutando i contratti in scadenza in base alle esigenze e in rapporto a
qualità e quantità dei servizi da acquistare.
Servizi sanitari. La maggiore spesa è colpa dell’accreditamento di
nuovi posti letto o strutture per Rsa e hospice e per la rivalutazione
delle tariffe. La cura è il controllo dell’appropriatezza dei ricoveri in
queste strutture in coerenza tra progetti assistenziali e fabbisogno degli
utenti.
Farmaceutica 2003. Rispetto al 2002 si prevede una riduzione di
circa 100 milioni sia per l’andamento dei primi cinque mesi dell’anno, sia
per la riduzione legata alla distribuzione diretta dei farmaci. Quindi,
per questa voce, non è previsto alcun obiettivo.