La denuncia del sindacato: «Soldi dirottati nella Capitale». Il manager
Asl replica: «Ritardi dovuti a motivi tecnici»
«Gli ospedali ciociari? Di serie B»
La Cgil: «Spesi solo il 15 per cento dei fondi destinati alle nuove
strutture»
di MASSIMO CECI
La sanità pubblica è diventata un business. Alla sua mensa, il cibo viene
ripartito secondo precise indicazioni politiche. Se è allo sbando, dice la
Cgil, è «perché le risorse regionali vengono drenate verso i grossi
ospedali romani». Per questo, «dei circa 200 miliardi di lire previsti
dalla legge per costruire nuovi ospedali è stato speso solo il 15%, cioè
35 miliardi. Ecco perché il nuovo ospedale di Cassino è in forte ritardo e
di quello di Frosinone si è persa notizia. Sarebbe bene che il commissario
Carlo Mirabella si dimettesse».
«E così mentre Storace ogni giorno inaugura a Roma nuovi ospedali
(Sant’Andrea, Centro protesi di Ostia) - scrive il segretario generale
della Cgil ciociara Davide Della Rosa - a Frosinone impone commissari a
ripetizione che tra breve potranno solo liquidare l’azienda. Un taglio di
34 milioni di euro sul bilancio 2003 aggiunto agli 85 milioni di euro che
costa la mobilità passiva ciociara (pazienti che si fanno curare fuori
provincia ma nella stessa Regione Lazio) e agli 8,5 milioni di euro di
deficit che si accumulano ogni mese, hanno spinto la sanità ciociara
sull’orlo del baratro». Della Rosa incalza: «Perché di 200 miliardi
stanziati dalla giunta reigonale precedente per l’edilizia ospedaliera, ne
sono stati spesi solo 35? Noi terremo gli occhi ben aperti, conoscendo
bene gli appetiti che nascono su questa grande torta».
«I ritardi nella costruzione dei nuovi ospedali - risponde a tono il
manager Asl Carlo Mirabella - non dipendono dal volume della spesa, ma da
problemi strutturali, come ad esempio le fondamenta. La Cgil dice che
tutti mangiano alla mensa della sanità cociara? Io mangio così poco...».
Intanto monta la polemica sull’ospedale “San Benedetto” di Alatri, dopo un
incontro tra Mirabella e l’imprenditore Giuseppe Ciarrapico (che ha
rilevato l’ex “Villa Irma” a Roma trasformandola nel nuovo ospedale “Casilino”).
Secondo alcuni, la Asl avrebbe intenzione di cedere a Ciarrapico anche la
gestione dell’attività sanitaria del “San Benedetto”. «Se questa ipotesi
dovesse trovare rispondenza in fatti concreti - scrive il sindaco di
Alatri Giuseppe Morini - noi ci opporremo con tutte le forze al processo
di smantellamento della sanità pubblica che il centro destra ha avviato da
tempo per favorire i privati». Sarebbero già pronti ad Alatri i manifesti
di protesta da affiggere nelle strade.
«Una grandissima bufala» definisce la notizia proprio Mirabella. «Non ne
so nulla - spiega il commissario - Non ci sono piani aziendali che
prevedono questo. Ho incontrato sì Ciarrapico, ma per discutere di altre
realtà».
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