Cronaca di Frosinone

Mercoledì 8 ottobre 2003
La denuncia del sindacato: «Soldi dirottati nella Capitale». Il manager Asl replica: «Ritardi dovuti a motivi tecnici»
«Gli ospedali ciociari? Di serie B»
La Cgil: «Spesi solo il 15 per cento dei fondi destinati alle nuove strutture»

di MASSIMO CECI

La sanità pubblica è diventata un business. Alla sua mensa, il cibo viene ripartito secondo precise indicazioni politiche. Se è allo sbando, dice la Cgil, è «perché le risorse regionali vengono drenate verso i grossi ospedali romani». Per questo, «dei circa 200 miliardi di lire previsti dalla legge per costruire nuovi ospedali è stato speso solo il 15%, cioè 35 miliardi. Ecco perché il nuovo ospedale di Cassino è in forte ritardo e di quello di Frosinone si è persa notizia. Sarebbe bene che il commissario Carlo Mirabella si dimettesse».
«E così mentre Storace ogni giorno inaugura a Roma nuovi ospedali (Sant’Andrea, Centro protesi di Ostia) - scrive il segretario generale della Cgil ciociara Davide Della Rosa - a Frosinone impone commissari a ripetizione che tra breve potranno solo liquidare l’azienda. Un taglio di 34 milioni di euro sul bilancio 2003 aggiunto agli 85 milioni di euro che costa la mobilità passiva ciociara (pazienti che si fanno curare fuori provincia ma nella stessa Regione Lazio) e agli 8,5 milioni di euro di deficit che si accumulano ogni mese, hanno spinto la sanità ciociara sull’orlo del baratro». Della Rosa incalza: «Perché di 200 miliardi stanziati dalla giunta reigonale precedente per l’edilizia ospedaliera, ne sono stati spesi solo 35? Noi terremo gli occhi ben aperti, conoscendo bene gli appetiti che nascono su questa grande torta».
«I ritardi nella costruzione dei nuovi ospedali - risponde a tono il manager Asl Carlo Mirabella - non dipendono dal volume della spesa, ma da problemi strutturali, come ad esempio le fondamenta. La Cgil dice che tutti mangiano alla mensa della sanità cociara? Io mangio così poco...».
Intanto monta la polemica sull’ospedale “San Benedetto” di Alatri, dopo un incontro tra Mirabella e l’imprenditore Giuseppe Ciarrapico (che ha rilevato l’ex “Villa Irma” a Roma trasformandola nel nuovo ospedale “Casilino”). Secondo alcuni, la Asl avrebbe intenzione di cedere a Ciarrapico anche la gestione dell’attività sanitaria del “San Benedetto”. «Se questa ipotesi dovesse trovare rispondenza in fatti concreti - scrive il sindaco di Alatri Giuseppe Morini - noi ci opporremo con tutte le forze al processo di smantellamento della sanità pubblica che il centro destra ha avviato da tempo per favorire i privati». Sarebbero già pronti ad Alatri i manifesti di protesta da affiggere nelle strade.
«Una grandissima bufala» definisce la notizia proprio Mirabella. «Non ne so nulla - spiega il commissario - Non ci sono piani aziendali che prevedono questo. Ho incontrato sì Ciarrapico, ma per discutere di altre realtà».