Carenza di personale, blocco delle assunzioni, trasferimenti selvaggi ed
edifici fatiscenti le cause della “rivolta”
Sanità, la protesta dei camici bianchi
I medici minacciano sciopero e denunce contro le disfunzioni
della Asl
di MASSIMO CECI
Le condizioni di salute della sanità ciociara destano sempre più
preoccupazione. La Cgil chiede al commissario Asl «l'immediato adeguamento
dell'organico infermieristico». Ma è sceso in campo anche un altro
alleato: l'associazione sindacale dei medici dirigenti, l'Anaao-Assomed,
che minaccia lo sciopero e il ricorso all'autorità giudiziaria.
«Proclamiamo lo stato di agitazione insieme ai sindacati - ha annunciato
Pietro Garofani, medico e segretario dell'Anaao dopo la riunione di
lunedì, spiegando che l'obiettivo del sindacato è tutelare gli interessi e
le professionalità dei medici e soprattutto la salute dei cittadini -
Siamo disposti ad organizzare scioperi e manifestazioni, e se dovesse
essere necessario, anche ad intervenire dal punto di vista giudiziario».
Sotto accusa l'inadeguatezza strutturale degli ospedali, gli scarsi
investimenti in macchinari e tecnologia, l'assenza di linee programmatiche
precise relative alla distribuzione delle risorse, ma, soprattutto, il
blocco delle assunzioni e il ricorso ai «trasferimenti selvaggi», nonché
«la disapplicazione di istituti contrattuali di grande rilevanza come
l'assicurazione per la responsabilità professionale e il conferimento di
incarichi di resposabilità. Questa politica di contenimento della spesa,
penalizza solo le strutture pubbliche - lamenta l'associazione - In una
situazione di cronica carenza del personale il blocco sta determinando
gravissime disfunzioni, soprattutto nel settore dell'emergenza».
Anche la Cgil punta il dito contro la mancanza di personale, bollando come
«assunzioni clientelari» quelle degli infermieri nominati di recente.
«Nella postazione del 118 di Cassino, a fronte di 12 infermieri previsti
dalla pianta organica, ne sono presenti solo 7 - sottolinea il segretario
generale della Cgil, Davide Della Rosa - E il bacino di utenza comprende
ben 77 mila abitanti! Sono quindi costretti a lavorare 12 ore al giorno,
senza turni di riposo. E, tra l'atro, alcuni di loro risiedono anche fuori
regione. Fin quando dovranno rimanere in trincea? Hanno diritto anche loro
a turni di riposo e ferie, come da contratto». Della Rosa addita poi il
reparto di Cardiologia dell'ospedale di Frosinone, osservando che proprio
a causa della carenza di personale l'Unità di Terapia Intensiva coronaria
è stata accorpata al reparto di Degenza. «Come possono adesso i 3
infermieri a turno (in alcuni casi 2) - chiede Della Rosa - assistere
anche i bisognosi di cure intensive?».