La Quercia denuncia: «Le scorte nei magazzini sono quasi esaurite,
consegnate un terzo delle confezioni richieste»
«Negli ospedali carenze di medicinali»
Il consigliere regionale De Angelis, Ds: «Allarme a Cassino,
Pontecorvo e Atina»
di DOMENICO TORTOLANO
«Si registra una carenza di medicinali negli ospedali di Cassino,
Pontecorvo e Atina mentre le scorte dei magazzini sono quasi del tutto
esaurite».
Lo sostiene in una interrogazione al presidente del consiglio regionale
del Lazio, Claudio Fazzone, il consigliere regionale Francesco De Angelis
(Ds) il quale aggiunge che questo è conseguenza della improvvisazione con
la quale opera l'Asl di Frosinone. «Nei reparti- scrive De Angelis - viene
consegnato solo un terzo dei medicinali ordinati e necessari alle cure dei
pazienti e in tale situazione ci si affida esclusivamente alle capacità di
risparmio dei medici e alla loro destrezza e tempestività nel reperire i
farmaci in altri reparti, salvo restituirli quando ve ne sarà maggiore
disponibilità. Va segnalato poi che in questa spiacevole situazione viene
interrotto un altro importante servizio, quello introdotto dalle
disposizioni regionali che prevedeva la fornitura delle medicine
necessarie per la prima settimana di cura ai pazienti che venivano
dimessi». Per l'esponente diessino queste carenze si riproporranno «in
tutta la loro drammaticità negli altri presidi ospedalieri della provincia
nei quali si comincia a registrare la difficoltà nel reperire i medicinali
oltre all'esaurimento delle scorte di magazzino».
De Angelis chiede al presidente Fazzone e all'assessore regionale alla
sanità se «nella insensata razionalizzazione dei servizi e delle spese per
esigenze di bilancio la pericolosa scelta di centellinare negli ospedali è
una linea guida impartita dalla Regione o se è una esclusiva scelta dell'Asl
di Frosinone che andrebbe censurata e corretta». Il consigliere regionale
chiede anche di sapere che cosa intendano fare per tamponare questa grave
emergenza verificatasi negli ospedali del Polo D e per evitare che tale
situazione si possa ripetere anche negli altri ospedali.
Oltre alla carenza di medicinali il "Gemma De Bosis" di Cassino presenta
anche la mancanza di apparecchiature medicali in diversi reparti come
nella struttura di endoscopia. Intanto è polemica tra i primari e l'Asl
per la mancata attivazione di altre due sale operatorie come promesso anni
fa dai precedenti manager. Infatti l'Asl dispone di un finanziamento
regionale di due miliardi e mezzo di vecchie lire per la realizzazione
delle nuove sale ma finora il progetto è rimasto lettera morta anche per
non ridurre i posti letto a geriatria. E così i primari sono costretti a
fare i turni per poter utilizzare l'unica sala operatoria disponibile. E
le turnazioni riguardano chirurgia, ortopedia, oculistica e ginecologia. E
se vi sono casi urgenti, secondo i sindacati, i medici sono costretti a
fare miracoli per evitare situazioni drammatiche. L'Asl rischia di perdere
non solo questo finanziamento ma anche quello di 3 milioni e mezzo di euro
per i lavori di adeguamento alle norme di sicurezza per l'abbattimento
delle barriere architettoniche. Infatti il progetto dell'Asl giace
incompleto alla Regione Lazio e la richiesta di sollecito d'integrazione
della documentazione è rimasta inascoltata. Sono quasi 5 milioni di euro
di lavori a rischio. E le interrogazioni del consigliere regionale De
Angelis finora sono rimaste senza risposte. «In questi anni - rileva il
consigliere diessino - le condizioni degli ospedali ciociari sono state
segnate da una degenerazione crescente tale da far registrare gravi
disservizi, mancanza di personale e insufficienze strumentali».