Pontecorvo, viaggio nel pianeta Sanità /Ortopedia e Ostetricia esistono
sulla carta ma stanze e strumenti non vengono utilizzati
Macchinari abbandonati in ospedale
La nuova cucina non funziona: il servizio affidato a ditte esterne
di ORESTE DI VITO e BERNARDINO PULCINI
A una richiesta di spiegazioni da parte del cittadino di Pontecorvo ,
Elvio Evangelista, il ministero della Salute per bocca del direttore
generale, Filippo Palumbo, ha risposto che gli interventi di
ristrutturazione della rete ospedaliera saranno diretti verso una
riduzione dei posti letto. «In seguito alla riforma del titolo V della
Costituzione - ha rilevato Palumbo - le regioni decidono in piena
autonomia l'attuazione della assistenza sanitaria». «Comincia lo
scaricabarile - commenta Evangelista, noto per le sue battaglie in favore
della rivalutazione dei complessi ospedalieri pontecorvesi. - A nulla sono
servite le oltre settemila firme da me raccolte in tutto il comprensorio e
il mio sciopero della fame. C'è, nonostante le promesse, una
smobilitazione in atto che tutti possono constatare». Ma solo una
settimana fa, nella sua venuta a Pontecorvo, il presidente della Giunta
Regionale, Francesco Storace, ha categoricamente smentito, affermando che
l'ospedale di Pontecorvo va invece potenziato date le sue efficienti
strutture.
Lasciamo parlare i fatti. I nosocomi di Pontecorvo e Cassino sono
considerati un unico plesso sanitario, comportando ciò un accorpamento
delle strutture attraverso una pianificazione dei vari reparti. In questa
ottica fu deciso di trasferire a Cassino i reparti di ostetricia,
ginecologia e pediatria e di portare a Pontecorvo l'unità operativa di
geriatria con provvedimento del luglio 2002, firmato anche dall'allora
direttore sanitario Carlo Mirabella. Attualmente le cose non stanno così:
ostetricia è stata trasferita a Cassino, mentre geriatria allo stato
attuale non c'è. Il reparto di ortopedia in piena efficienza fino allo
scorso anno ad un certo punto e senza alcuna disposizione scritta è
letteralmente sparito dal nosocomio pontecorvese e circa 14 dipendenti
sono stati assegnati ad altri reparti. Chiuso anche l'ambulatorio
funzionante due volte a settimana: per cui anche per un lieve trauma
bisogna recarsi nel nosocomio di Cassino.
L'intero reparto di ortopedia a Pontecorvo, con decine di stanze, è allo
stato dei fatti completamente vuoto anche se pienamente utilizzabile.
L'assurdo sta nel fatto che tale reparto esiste ancora, almeno sulla
carta, mentre non c'è traccia né di medici né di infermieri né di
pazienti. Lo stesso dicasi per Ostetricia, un reparto attrezzato ma
ugualmente deserto. La storia di ostetricia è ancora più emblematica: tale
reparto, trasferito a Cassino, avrebbe dovuto ospitare Geriatria e a tale
scopo furono eseguiti i relativi lavori di adattamento ma del
trasferimento nessuna traccia. Il nosocomio pontecorvese ha poi ottenuto
l'istituzione del reparto di pneumologia. Da mesi è tutto pronto e resta
incomprensibile la sua mancata entrata in funzione. Altresì le
costosissime ed efficienti strutture della cucina ospedaliera sono del
tutto abbandonate e questo da quando il servizio di ristorazione è stato
affidato a fornitori esterni. Ancora: è in completo abbandono il primo,
vecchio ospedale "Pasquale del Prete" risalente agli anni Trenta; ora è
ristrutturato ma è vuoto. Una amara conclusione: i due grossi complessi
ospedalieri di Pontecorvo utilizzano adesso circa 90 posti letto, con ben
420 dipendenti complessivi. Al contrario, l'ospedale di Cassino è
sovrappopolato, tanto che, per far fronte alle nuove esigenze, l'Asl è
stata costretta a utilizzare locali impropri e ad affittare strutture
private a caro prezzo.