«SONO stato costretto a presentare una nuova
interrogazione sulle selezioni interne all’Asl perché i ...
... vertici aziendali, nonostante il richiamo
dell’assessore Verzaschi del luglio scorso, ancora non completano l’iter
delle precedure».
È perentoria la denuncia del vice capogruppo regionale di Forza Italia,
Alfredo Pallone (nella foto), in merito alla famigerata vicenda delle
promozioni ancora non riconosciute all’Asl che interessano oltre 700
persone, di cui la metà hanno sostenuto la prova due mesi fa (ma l’esito
non è stato pubblicizzato) e l’altra attende di effettuarla. A riprendere
posizione è anche l’Ugl, la cui segretaria Rosa Roccatani afferma: «Non si
può transigere sul diritto di 600 dipendenti ed è assurdo pensare di poter
governare l’Azienda scontentando una così grande fetta di lavoratori. L’Ugl
sosterrà senza riserve i lavoratori in sede aziendale e in quelle
giurisdizionali». Intanto oggi è prevista la riunione tra Azienda e
sindacati che si spera non rappresenti un’altra occasione per menare il
can per l’aia. Ma torniamo all’interrogazione urgente a risposta immediata
presentata ieri da Pallone. «L’inerzia dell’Asl non permette a tanti
dipendenti, di cui trecento hanno superato la prova, di progredire nella
carriera e di mettere a disposizione dell’azienda la acquisita
professionalità, frutto di anni di servizio e di requisiti inoppugnabili.
L’Asl di Frosinone di tutto ha bisogno meno che di 800 nuove cause
giudiziarie che potrebbero aggiungersi alle oltre 2000 già pendenti. La
funzionalità di una struttura pubblica, come l’Asl di Frosinone, passa
attraverso la dedizione, la motivazione, lo spirito di appartenenza, la
forte collaborazione dei propri dipendenti». «Possono collaborare
adeguatamente – si domanda e domanda l’esponente di Forza Italia –
dipendenti a cui sono negati da anni diritti contrattuali sacrosanti,
applicati in tutta la regione?».
Nell’interrogazione il vice capogruppo alla Regione oltre che responsabile
sanità del Lazio di Forza Italia chiede di rispondere urgentemente alle
seguenti cinque domande: «far cessare lo stato d’inerzia»
nell’applicazione dell’art. 12 Ccnl scaduto da due anni; evitare
discriminazioni rispetto alle altre Asl del Lazio che l’hanno applicato da
tempo; evitare un gigantesco contenzioso oneroso sia per i dipendenti che
per l’Asl; «rendere comprensibile ai vertici dell’Asl la differenza che
c’è tra posti "trasformati", come nella fattispecie, e posti di nuova
istituzione in Pianta organica, per i quali sono obbligatorie le
assunzioni esterne»; e, infine, si chiede la nomina di un commissario «ad
acta» che «porti a termine le procedure sostituendosi alla dirigenza
aziendale in caso di perdurante inerzia».
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