Cronaca di Frosinone

Sabato 22 novembre 2003

Promozioni negate molta solidarietà a 800 dipendenti
ASL Dopo Fi intervento Ds

SE i vertici non modificheranno l’atteggiamento omissivo, l’Asl andrà davanti al giudice ben due volte: al Tar in quanto citata dai dipendenti e dai sindacati davanti al giudice ordinario per condotta antisindacale a causa del mancato rispetto dell’accordo a suo tempo sottoscritto. Sindacati che hanno proclamato l’agitazione del personale e una manifestazione di protesta il 28 davanti la direzione generale. La faccenda si sta facendo seria. Procediamo con ordine. In sede politica i lavoratori hanno avuto la solidarietà di alcuni politici di maggioranza (esplicitamente Pallone con la sua interrogazione urgente con richiesta di commissario «ad acta») e di opposizione. Ieri il presidente della commissione riforme istituzionali, il diessino Francesco De Angelis (nella foto) ha presentato anche lui un’interrogazione urgente, facendo presente due fattori del tutto negativi dell’Asl: le azioni legali «non solo potranno portare a oltre 3.000 (su 6.000, cioé il 50% del personale, ndr) le cause giudiziarie già pendenti di dipendenti ma che rischiano di esporre l’Erario a esborsi e costi notevoli per danni e risarcimenti»; il fatto che l’Asl di Frosinone sia rimasta l’unica nel Lazio e «forse in Italia» a non avere ancora applicato, a due anni dalla scadenza, l’art. 12 del contratto. Inoltre De Angelis ricorda che «non sembrano sussistere ostacoli alla rapida conclusione dell’iter procedurale anche alla luce del parere espresso dall’Ufficio Legale dell’Asl». Allora perché è stato chiesto se poi non lo si utilizza e, oltretutto, si ricorre ai legali esterni aggravando le spese per consulenze? Ricordando che il 14.7.03 l’assessore regionale Verzaschi (sollecitato da Pallone) ha invitato l’Asl «a rimuovere immediatamente il comportamento ostativo», l’esponente diessino chiama in causa il presidente della giunta Storace e l’assessore alla Sanità chiedendo di sapere quali iniziative si vogliano assumere «al fine di garantire il pieno rispetto dei diritti dei dipendenti» e se «non si ravvisi, stante l’urgenza e la rilevanza dell’argomento, la opportunità della nomina di un "commissario ad acta" per il completamento delle procedure».