Cronaca di Frosinone

Giovedì 18 dicembre 2003
È un protocollo discriminante
Il consigliere Rodano sostiene che l’atto rischia di diventare illecito
Il «connubio» tra l’Asl e la Guardia di Finanza ha scatenato le ire dei Ds alla Regione

E’ BUFERA sul protocollo di intesa stipulato tra Asl di Frosinone e Guardia di Finanza in materia di controllo della spesa sanitaria. Una interrogazione urgente è stata presentata al Presidente del Consiglio regionale del Lazio da Giulia Rodano, consigliere regionale dei Ds, vicepresidente della commissione regionale sanità della Pisana. E, vista l’"originalità" dell’argomento, c’è da scommettere che l’iniziativa non resterà isolata. «Premesso che con il protocollo d’intesa sottoscritto in data 5 novembre 2003 dal Commissario Straordinario della Asl di Frosinone dr. Carlo Mirabella ed il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Frosinone ten. col. Antonio Ragozzino — argomenta Giulia Rodano — l’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Frosinone intende delegare alla Guardia di Finanza i controlli della spesa sanitaria con compiti di "prevenzione" e "repressione" relativamente a: - strutture operanti nel settore della riabilitazione fisica convenzionata e importi a carico del SSN; - medicinali utilizzabili in campo zootecnico a carico del SSN; - dipendenti che svolgono attività intramuraria; - pazienti che hanno prodotto istanza per l’esenzione, per reddito, dalla partecipazione alla spesa sanitaria; - farmaci e quantità prescritte da ogni singolo medico e relativa casa farmaceutica produttrice; - fornitura di attrezzature e beni di consumo sanitari; - attrezzature per diagnostica specialistica in dotazione alle strutture ospedaliere e relativo numero di prestazioni assicurate. Considerato che — prosegue l’esponente regionale dei Ds — il provvedimento: - denuncerebbe implicitamente l’incapacità della Asl a garantire un autonomo controllo sulle proprie strutture e sul proprio personale nonchè una presunta reale diffusa situazione di illegalità al proprio interno; - affida alla Guardia di Finanza il controllo di appropriatezza e congruità di attività eminentemente sanitarie, per il controllo delle quali sono necessarie competenze specifiche e non solo finanziarie; - potrebbe potenzialmente e pericolosamente assurgere a modello per le altre ASL del Lazio; -delegando il controllo di spesa sanitaria ad un organo di polizia finanziaria (e quindi non competente) rischierebbe di trasformare il libero atto professionale del medico in un’azione potenzialmente criminale; - relativamente alle strutture convenzionate è ulteriormente discriminatorio interessando esclusivamente quelle adibite alla riabilitazione fisica e lasciando alle altre la possibilità di controlli interni, la sottoscritta consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore alla sanità per conoscere quale sia la posizione ufficiale della Regione Lazio rispetto a tale decisione e se non sia necessario ritirare la sopra descritta convenzione ed avviare una seria politica di controlli». Una convenzione che si commenta da sè. E’ vero che, ormai, per diverse ragioni le Fiamme Gialle sono di casa all’Asl, ma delegare ad esse prerogative proprie degli organi di gestione sembra perlomeno inopportuno. Per controllare meglio i consumi di farmaci e quant’altro non sarebbe meglio rimandare i farmacisti al loro posto anzichè utilizzarli nelle segreterie?