Il Tribunale del malato: «La corsa al risparmio ha fatto aumentare le
proteste dei pazienti del 10 per cento»
Nove mesi per un intervento agli occhi
Nel rapporto salute la sanità ciociara viene definita da
«profondo Sud»
di MASSIMO CECI
Ciociaria maglia nera per le prestazioni sanitarie. È impietoso il sesto
"Rapporto Salute 2003" del Tribunale per i diritti del
malato-Cittadinanzattiva riferito al periodo che va dal 30 settembre 2002
al 30 novembre 2003: il Lazio, a livello di prestazioni e assistenza
sanitaria, è una regione del Sud. Le segnalazioni di problemi e disservizi
l'avvicinano a Calabria e Sicilia. E nel Lazio, la struttura ospedaliera
della provincia di Frosinone non brilla: mentre a Roma si concentrano
molte strutture che forniscono prestazioni di altissimo livello, a
Frosinone le cose vanno sensibilmente peggio. Sebbene la percezione delle
professionalità mediche e infermieristiche da parte dei pazienti sia
positiva. «L'anno che ci lasciamo alle spalle - si legge nel rapporto - è
stato caratterizzato dal consolidamento e dall'aggravamento dei tagli alle
prestazioni già evidenziate nel 2002. Tutto ciò non è stato accompagnato,
peraltro, dal miglioramento della qualità e della sicurezza dei servizi».
L'esigenza di risparmiare da parte dell'azienda sanitaria locale ha fatto
aumentare del 10% rispetto al 2002 la protesta dei pazienti con
riferimento alla lunghezza delle liste d'attesa. Leggendo i tabulati Asl,
si scopre che una visita oculistica viene assegnata 4 mesi dopo la
prenotazione dal Cup di via Fabi a Frosinone; ci vogliono 130 giorni,
invece, per un ecodoppler e 90 per un ecocardio. Per una visita
odontoiatrica ad Alatri, ce ne vogliono addirittura 138. Ma il dato
allarmante è che si sono allungate anche le attese per gli interventi
chirurgici programmati, soprattutto di protesi e di tipo oculistico (4-9
mesi). «Permangono lunghi e inaccettabili i tempi di attesa - si legge nel
documento - per le principali prestazioni di diagnostica strumentale
(ecografia nel primo trimestre di gravidanza, ecografie mammarie,
ecografie addominali, esami Tac ecc.), ma si aspetta sino a tre mesi o più
anche per prestazioni di radioterapia. Il sistema continua a dare poche
informazioni ai cittadini riguardo la esistenza di tempi di attesa massimi
per le principali prestazioni di diagnostica strumentale e specialistica,
e sulla possibilità di accedere a rimborsi se si è stati costretti a
pagare di tasca propria per prestazioni sostitutive di quelle che il
Servizio pubblico non è stato in grado di garantire».
Il secondo problema denunciato dal Tribunale per i diritti del malato sono
le dimissioni forzate o premature dei pazienti: il day hospital è
diventato la regola. «Il fenomeno si è consolidato ulteriormente -
denuncia la relazione - soprattutto nell'area oncologica e delle patologie
croniche. Anche in questo caso, tuttavia, siamo di fronte alla estensione
del problema ad altre aree, per esempio quella chirurgica. Tutto ciò mette
a nudo la necessità di attrezzare l'offerta di assistenza fuori dagli
ospedali. L'impatto sui malati e sulle loro famiglie è tale da non
consentire più alcun rinvio».
Terza questione-chiave, le limitazioni nell'accesso ai farmaci. «Alcuni
farmaci riclassificati in classe C - attacca il Tribunale - quindi a
carico dei cittadini, come gli antistaminici, hanno messo a dura prova i
bilanci familiari, soprattutto nelle situazioni in cui più componenti
presentano manifestazioni allergiche». Farmaci a proprie spese anche per
tenere sotto controllo le patologie croniche. Coloro che soffrono di
diabete, dermatiti, Alzheimer e Parkinson sono i più colpiti: arrivano a
pagare in Ciociaria anche 600 euro al mese per comprare i farmaci. E la
Regione che fa? Ha facoltà di erogazione gratuita delle medicine
interessate, ma generalmente si astiene dal farlo adducendo la mancanza di
fondi. La procedura di concordamento del budget per il 2003 relativa alla
Asl di Frosinone prevedeva i seguenti obiettivi aziendali: contenimento
della spesa farmaceutica, controllo dell'appropriatezza dei ricoveri,
blocco delle assunzioni. In conseguenza di ciò, la Asl ha dovuto
risparmiare nel 2003 3 milioni di euro per il personale e 10,5 milioni per
i servizi sanitari (rispetto al finanziamento 2002).