SALUTE/CEREALI VIETATI
Celiachia, una sindrome sommersa: 4.000 ciociari non sanno di essere
malati
di ALESSIO PORCU
La bambina piange, stira le gambette e le braccine. E’ come se avesse male
alla pancia. Mangia con avidità, eppure c’è qualcosa che non quadra: non
cresce, perde peso. La signora si guarda allo specchio, vede il ventre
gonfio, eppure non mangia poi così tanto; le dicono che «è colite, deve
calmarsi, è colpa dello stress». Invece le cose non stanno così. Si chiama
“morbo celiaco”: è una sindrome che colpisce l’intestino limitando le sue
capacità di assorbimento, a scatenarla sono tutti i cibi che contengono il
glutine e cioè una proteina presente nei cereali (grano, orzo, avena,
segale) e tutti i loro derivati. Chi ne soffre, per tutta la vita non
potrà mangiare pane, pasta, pizza, pasticcini e tutto ciò che è prodotto
con la farina (in quanto derivato del grano). In provincia di Frosinone
soffre di celiachia una persona ogni 120–130 abitanti: una cifra
altissima, al punto che la Società Medica del Cassinate (un’associazione
no profit che riunisce decine di dottori) ha voluto dedicargli un
convegno.
Dai lavori dell’incontro “Argomenti di Gastroenterologia Pediatrica” è
emerso che per ogni caso diagnosticato ne esistono altri 9–10 non ancora
individuati, negli adulti spesso i sintomi della celiachia vengono confusi
con quelli della colite da stress. In Ciociaria, la Asl rilascia a circa
550 pazienti celiaci le ricette mediche per l’acquisto dei cibi
alternativi; questo significa che sono almeno cinquemila i ciociari che
soffrono della malattia e almeno quattromila non lo sanno. «E’ necessario
approntare un programma di indagine guidata – ha sostenuto la pediatra
Paola Martini – che consenta l’individuazione dei casi sfuggiti alla
diagnosi». Perché in Ciociaria così tanti casi restano nell’ombra? «Il
problema non è locale bensì nazionale, questo dato è valido sull’intero
territorio italiano». A dare un contributo potrebbe essere la
realizzazione presso la Asl d’un centro di raccolta ed elaborazione dei
dati medici su questa patologia.
In tutto il territorio provinciale, ci sono solo due strutture dell’Asl
attrezzate per le analisi con cui scoprire se un bambino (ma anche un
adulto) è celiaco: si trovano a Frosinone e Sora. Ancora peggio sul fronte
dei negozi dove è possibile comprare alimenti alternativi, realizzati con
prodotti senza glutine: non ci sono centri specializzati (l’unico nel
basso Lazio è a Spigno Saturnia, in provincia di Latina) bisogna
rivolgersi alle farmacie o ai pochi negozi di articoli sanitari riforniti,
solo negli ultimi tempi le grandi catene di distribuzione stanno offrendo
alcuni prodotti.