Troppe le ombre nel settore sanità
Intervista a Ricci della Fps Cisl
LA sanità continua ad essere una delle situazioni di
maggiore allarme per i cittadini. Il nostro sistema sanitario provinciale
lascia a desiderare, le insufficienze sono sotto gli occhi di tutti e non
pare che il cambio della guardia al vertice dell’Azienda sanitaria Locale
stia mantenendo fede alle promesse della vigilia e comunque abbia prodotto
il salto di qualità che in tanti speravano. Perché le innovazioni e i
cambiamenti annunciati dalla dirigenza sanitaria tardano ad arrivare e,
soprattutto, non si vedono segni apprezzabili di svolta nel miglioramento
e diffusione delle prestazioni ai cittadini. Di questo e di altro parliamo
con Angelo Ricci, segretario generale della Fps Cisl di Frosinone, il
quale, peraltro, vanta una notevole esperienza e conoscenza maturate nel
campo della sanità.
Ricci è cambiato qualcosa con l’avvento di un manager ciociaro alla guida
della sanità locale?
«Sinceramente non mi sembra. C’è notevole impegno, questo si, da parte del
Dottor Mirabella e dei suoi più stretti collaboratori, ma risultati
tangibili ancora non se ne vedono. Ci è stata chiesta collaborazione,
l’abbiamo data perché è nostro preciso dovere migliorare l’efficienza e
l’efficacia del sistema sanità, ma anche sul metodo, sulla politica della
concertazione i nuovi manager lasciano a desiderare».
Puo essere più preciso?
«Certamente. Alla vigilia delle festività natalizie è stata adottata una
deliberazione per un corso di formazione per disabili da inserire
successivamente in pianta organica senza che il sindacato sia stato
consultato e/o informato. Sia chiaro che condividiamo la scelta, ma essere
stati esclusi dalla discussione non fa altro che rendere ancora più
difficoltoso il rapporto tra le parti e tutto ciò contrasta altresì
palesemente con le dichiarazioni del Dottor Mirabella all’atto del suo
insediamento».
Ci sono altri punti sui quali la dirigenza stenta?
«Uno riguarda la definizione del confronto circa l’applicazione
dell’articolo 12 del contratto collettivo nazionale di lavoro al
personale. Una questione annosa, che altre realtà sanitarie hanno già
risolto, che non si riesce a chiudere. Abbiamo in programma un nuovo
incontro con la dirigenza Asl il prossimo sette gennaio che deve mettere
la parola fine ad una vicenda che si sta protraendo da troppo tempo
mettendo a dura prova il senso di responsabilità del personale. La nostra
politica è stata sempre che ai doveri debbano corrispondere i diritti».
E sulla recente convenzione tra la Asl e la Guardia della Finanza hai
qualcosa da dire?
«Più che dire ribadire. Lo ha detto a chiare note il nostro segretario
regionale Luigi Canali al nostro ultimo consiglio generale, con la
convenzione la Asl rinuncia a svolgere proprio compiti istituzionali,
ammettendo, di fatto, di non avere la volontà o di essere incapace in
materia di controlli sulla spesa sanitaria a fare il proprio dovere. Come
Cisl chiediamo l’annullamento della convenzione».
Insomma Ricci è tutto da rifare?
«Tutto no, ma c’è molto da lavorare per migliorare il sistema sanità
locale e soddisfare le giuste aspettative dei cittadini e del personale.
Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma non basta. Per vincere la sfida
bisogna essere in due».
A.G.
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