Cronaca di Frosinone | |
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Lunedì 12 gennaio 2004 | |
ASL Situazione migliorabile Quei due sondaggi in contraddizione sulle liste d’attesa ANCORA sulle liste d’attesa in sanità. Abbiamo visto ieri le contraddizioni emerse dai sondaggi fatti a breve distanza di tempo sull’Asl frusinate dal Tribunale del malato nazionale e dalla Cgil Lazio: il primo che denuncia una situazione da «terzo mondo» e il secondo che invece la smentisce, come hanno dimostrato i dati che abbiamo riportato e che danno della situazione sanitaria della provincia nient’affatto un quadro desolante perché, se vogliamo, per tante prestazioni specialistiche anzi la situazione non è per niente peggiore rispetto ad altre province. A cominciare dalla vicina Latina e senza trascurare Roma. Insomma la situazione non è tragica e, probabilmente, il quadro generale si situa nel mezzo degli scenari delineati dalle due associazioni citate sopra. Facciamo l’esempio delle visite specialistiche di oculistica che per quanto riguarda le liste d’attesa sono emblematiche di una certa faccenda di cui dovremo occuparci. Ebbene, sempre secondo i dati della Cgil del Lazio a Frosinone servono 80 giorni (rispetto ai 30 previsti dalla circolare regionale) ma in regola sta solo Rieti (che ne richiede proprio 30) in quanto al S. Camillo di Roma si viene prenotati addirittura a 140 giorni, all’ospedale Grassi di Ostia a 120, a 115 a Civitavecchia mentre Latina non dà alcun elemento preciso. Insomma, se la nostra provincia non sta bene le altre non vanno certamente meglio. Anzi. A Frosinone in un giorno appena si ottiene l’esame specialistico di esofagogastroduodenoscopia mentre agli ospedali S. Giacomo di Roma e al Grassi di Ostia ce ne vogliono ben 100, a Rieti 50, 70 a Viterbo e 90 al S. GIovanni. Latina, come sempre, non risponde. Qualche problema in provincia c’è per l’ecografia all’addome considerato che la lista risulta chiusa: ma nella medesima situazione si trovano Rieti e gli ospedali romani Pertini, S. Spirito e di Tivoli. A Viterbo servono 20 giorni e ben 240 a Latina (finalmente un dato!). Insomma ha ragione a dire il direttore generale dell’Asl Carlo Mirabella (nella foto) che la sanità in provincia non è affatto da terzo mondo. Certamente è migliorabile: questo sì. S. di N. |