Cronaca di Frosinone | |
|
|
Martedì 20 gennaio 2004 | |
ASL Il manager Carlo Mirabella spiega cos’è l’atto
aziendale per evitare polemiche inutili Nessuna riduzione dei servizi Liste d’attesa: situazione sostanzialmente migliorata rispetto a tre anni fa «MA quale declassamento!». Quest’esclamazione è stata ricorrente nella conferenza-stampa di ieri indetta dal direttore generale dell’Asl, Carlo Mirabella, per dare notizie sull’atto aziendale e spiegarne contenuti e finalità e con la parte finale dedicata alle famigerate liste d’attesa. «Nessun declassamento degli ospedali», ha insistito il manager e il riferimento era a quanto già apparso sui giornali in merito a Pontecorvo. Perché qui non c’è alcun declassamento? «Non è così», ha risposto Mirabella, «perché i servizi vengono e verranno regolarmente erogati ed è quello che interessa ai cittadini: non la denominazione di struttura semplice o di struttura complessa le quali sono definizioni tecniche che non implicano la soppressione di prestazioni». Le quali, come fa intendere il manager, sono quelle che interessano la popolazione e non il «pennacchio» più o meno grande per questo o quel medico. E qui ha innestato l’atto aziendale che il direttore generale ha inviato qualche settimana fa ai sindacati medici e del comparto e alla conferenza locale della sanità formata dai sindaci. «Non perché fossi obbligato – ha spiegato Mirabella – in quanto l’atto aziendale non è materia di concertazione ma di mera consultazione, come si afferma nei decreti 509 e 229. Infatti le osservazioni, il cui inoltro l’attendo per la fine del mese in quanto è urgente varare la nuova organizzazione dell’Azienda (che in effetti è sostanzialmente ancora quella della gestione di centrosinistra Pugliese, come i vari dirigenti, ndr) potrei recepirle o meno. Poi lo invierò alla regione per l’approvazione». Ma qualche sindaco sta già alzando il fuoco di... sbarramento. «Perché si equivoca – risponde Mirabella – in quanto l’atto aziendale è un regolamento dell’organizzazione interna dell’Asl mentre la fissazione dei servizi è riportata nel piano sanitario locale, già approvato ma che dovremo rivedere alla luce del nuovo atto aziendale». Poi si è passati alle liste d’attesa ogni tanto oggetto di vivaci polemiche. Il manager per la prima volta ha consegnato alla stampa dati ufficiali che fanno registrare un miglioramento tra il 2001 e il 2003. Su sedici specialità citate, per 9 i tempi di attesa delle visite sono migliorati (allergologia, dermatologia, gastroenterologia, medicina interna, oculistica, ostetricia-ginecologia, urologia, endocrinologia e diabetologia, questa addirittura di 34 giorni), per tre sono gli stessi del 2001 (chirurgia, neurologia e ortopedia) e per quattro sono aumentati (odontoiatria, otorinolaringoiatria, pneumologia e psichiatria). In merito agli esami specialistici di ecodoppler i tempi si sono accorciati addirittura di 34 giorni, di 13 l’ecocardiografia mentre per l’ecografia all’addome ci vogliono 11 giorni in più. S. di N. |