La «telenovela» dell’articolo 12
ASL Un’adozione con tanti se e ma
L’APPLICAZIONE dell’articolo 12 del contratto di lavoro
ai dipendenti della Asl di Frosinone, per il biennio economico 2000 –
2001, rischia di diventare una telenovela. Parliamo, per dare un’idea
delle dimensioni del problema, di una questione che, una volta conclusa
(se mai si concluderà, ovviamente), riguarda direttamente circa ottocento
dipendenti dell’azienda sanitaria e le rispettive famiglie.
Al momento, i primi ad essere inquadrati, appunto in applicazione
dell’art. 12, sono stati oltre trecento dipendenti, tutti del ruolo
amministrtativo, io quali, a fine mese, riscuoteranno lo stipendio
aggiornato. Stando alle centinaia di telegrammi inviati dall’ufficio
personale, già questa mattina i primi classificati della categoria C
(transitati alla D) dovrebbero sottoscrivere i contratti individuali.
Il condizionela è d’obbligo, perché, a giudicare dal malumore palpabile
tra gli interessati, non è escluso che in molti non si presenteranno
affatto e che una buona parte di chi invece decidirà di sottoscriverlo
possa aggiungere di pugno una chiosa a tutela della propria posizione.
Il motivo di tanto malumore è da ricercare nelle condizioni che la Asl di
Frosinone avrebbe posto nei contratti individuali. «Radio fante» afferma
che la direzione aziendale, anche in riferimento a dipendenti che sono
casomai in servizio da dieci, venti, o anche più anni, propronga di
accettare che la «costituzione» del rapporto di servizio decorra dal 1°
gennaio 2004, con una dicitura tipica utilizzata per chi sta per essere
avviato la prima volta all’impiego. Inoltre, dimenticando che si tratta di
applicare un contratto di lavoro vigente dal 1998, il cui secondo biennio
economico decorre appunto dall’inizio del 2000, e scordando altresì di
avere essa stessa proposto il quesito all’Aran in ordine alla attribuzione
della nuova qualifica con decorrenza 1 settembre 2001, la direzione della
Asl frusinate appare così intenzionata ad inquadrate i propri dipendenti,
secondo il disposti del più volte citato articolo 12 del contratto di
lavoro, solo a fare data dal 1° gennaio di quest’anno. Il che, in tutta
evidenza, arrecherebbe sensibili danni economici e giuridici, anche
nell’ottica del nuovo contratto di lavoro appena sottoscritto da governo e
sindacati.
E non è tutto, perché ad ogni dipendente che firmerà il contratto
individuale sarebbe assegnata una sede di lavoro provvisoria, in sostanza
quella occupata da anni, il cui posto è stato appena ora «trasformato» a
seguito di un percorso professionale già avvenuto, attraverso
l’espletamento di funzioni superiori. La provvisorietà andrà avanti sino
all’adozione del cosiddetto Atto aziendale. In questa maniera, però, si
mescolano artatamente istituti diversi, quali appunto il citato articolo
12 e quello della mobilità, che però è regolamentato da altri principi e
non certo dalla graduatoria stilata a conclusione di una selezione
interna.
Quanto basta, insomma, per dare la stura a centinaia di ricorsi giudiziari
che, comunque, avranno l’effetto di approfondire sempre più il solco tra
gli impiegati e la dirigenza.
Dal canto proprio i sindacati, pressati dalla base, sostengono di aver
concordato altro, ma nessuno esibisce verbali o assume posizioni ferme e
chiare.
Ma, infine, è proprio così difficile evitare certe alchimie che non
sembrano per nulla pertinenti e i conseguenti inevitabili conflitti? O c’è
per caso da arrivare sotto elezioni per «elargire» ai dipendenti della Asl
di Frosinone diritti che in Italia e nelle altre Asl laziali sono stati
riconosciuti da anni? Un’ultima annotazione: trattandosi di dipendenti ben
noti al «datore di lavoro» e operanti in sede, era poi necessario spendete
tanti e tanti euro per inviare centinaia di telegrammi?
Tutto ciò, ci domandiamo, è normale per i nostri politici e
amministratori? Ci sarà bisogno, da parte loro, di pronte ed esaustive
risposte.
lunedì 26 gennaio 2004
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