Frosinone

Sabato 14 febbraio 2004
Il coordinamento provinciale sanità del centrosinistra
L'arroganza della direzione
Assume comportamenti gravi e lesivi

Ha stupito la voluta e strumentale confusione dell'Alta Direzione della Ausl di Frosinone tra ciò che è di pertinenza di un Atto Aziendale e ciò che è di pertinenza di un Piano Sanitario Locale.
La soluzione quindi da questa trovata, è nell'aver indiviso le pertinenze anzidette in un unico atto definito dalla stessa Direzione Generale Atto Aziendale. Ciò al fine di sottrarre, ecco perché voluta, materia soggetta all'istituto della concertazione con le Organizzazioni Sindacali quale l'organizzazione del lavoro (art. 6 CCNL 98/2001). Lo stesso dicasi circa il tentativo di svuotamento delle competenze della Conferenza Locale di Sanità ovvero dei Comuni, che mediante 1'anzidetto espediente trovato dalla Direzione Generale dell'Ausl, sarebbe stata esautorata dal proprio ruolo di cooprogrammatore nella adozione dello stesso Piano Sanitario Locale. Opportunità e senso di responsabilità avrebbero voluto comunque, senza fingimenti di sorta o chiamate all'esercizio della mera sfera delle competenze, che ad un Atto così importante quale quello Aziendale, anche se epurato del Piano Sanitario Locale, vi fosse stata e vi fosse la maggiore partecipazione possibile specie di chi rappresenta, su base elettiva, i bisogni socio sanitari dei cittadini nonché i rapporti diretti con l'utenza, ovvero i Sindaci.
Né può sfuggire da quanto dichiarato e riconosciuto dallo stesso Direttore Generale della Ausl che mentre compete alla Sua "insolita sovranità" l'Atto Aziendale, il Piano Sanitario Locale è materia di condivisione con la stessa Conferenza dei Comuni e di concertazione con le Organizzazioni Sindacali. L'attuale proposta di Atto Aziendale contiene come allegati e non, le tabelle rivisitate della Deliberazione della stessa Ausl n. 2777 del 21.09.01 dall'oggetto "Piano Sanitario Locale Ausl Frosinone", risultando evidente, come sostenuto precedentemente la voluta commistione tra ciò che è materia di Atto e ciò che è materia di Piano, tant'è che nelle stesse tabelle vengono individuate le tipologie delle prestazioni, le articolazioni delle medesime e loro allocazione territoriale.
In considerazione di tutto ciò, questo coordinamento ritiene che debbano essere ripristinate regole certe in cui non vengano espropriate le Organizzazioni Sindacali delle materie proprie della concertazione ed alla Conferenza Locale di Sanità, ovvero ai Sindaci, la sottrazione delle proprie prerogative.
In particolare, difatti, compete all'Ente Locale il necessario intervento per indirizzare le scelte dell'Ausl in relazione alle caratteristiche dello specifico territorio, nonché per verificare le modalità d'impiego delle risorse (vedasi Dgr n. 2034/2001).
Altrettanto grave e significativo di tale comportamento assolutista di questa Direzione Generale è il non aver accolto la Proposta unanime della Conferenza Locale di Sanità, precedente alla presentazione dell'Atto Aziendale, quale la costituzione del V Distretto Sanitario della Valle di Comino.
Alla luce di quanto detto ben ha fatto la Conferenza Sanitaria dei Sindaci che nel rigettare la confusività presente nella proposta di Atto ad aver approvato il documento, elaborato dalla stessa Conferenza in data 7.2.2004, con il quale ha ristabilito il ruolo centrale degli Enti Locali nella programmazione sanitaria, quali portatori delle istanze e dei bisogni dei cittadini.
A conclusione, questo coordinamento denuncia la grave assenza del senso delle Istituzioni e l'arroganza di questa Alta Direzione che mentre assume comportamenti fortemente unilaterali e lesivi di chi rappresenta i lavoratori e gli Enti Locali non si rende conto del degrado in cui versa la Sanità ciociara.