Il coordinamento provinciale sanità del centrosinistra
L'arroganza della direzione
Assume comportamenti gravi e lesivi
Ha stupito la voluta e strumentale confusione dell'Alta Direzione della
Ausl di Frosinone tra ciò che è di pertinenza di un Atto Aziendale e ciò
che è di pertinenza di un Piano Sanitario Locale.
La soluzione quindi da questa trovata, è nell'aver indiviso le pertinenze
anzidette in un unico atto definito dalla stessa Direzione Generale Atto
Aziendale. Ciò al fine di sottrarre, ecco perché voluta, materia soggetta
all'istituto della concertazione con le Organizzazioni Sindacali quale
l'organizzazione del lavoro (art. 6 CCNL 98/2001). Lo stesso dicasi circa
il tentativo di svuotamento delle competenze della Conferenza Locale di
Sanità ovvero dei Comuni, che mediante 1'anzidetto espediente trovato
dalla Direzione Generale dell'Ausl, sarebbe stata esautorata dal proprio
ruolo di cooprogrammatore nella adozione dello stesso Piano Sanitario
Locale. Opportunità e senso di responsabilità avrebbero voluto comunque,
senza fingimenti di sorta o chiamate all'esercizio della mera sfera delle
competenze, che ad un Atto così importante quale quello Aziendale, anche
se epurato del Piano Sanitario Locale, vi fosse stata e vi fosse la
maggiore partecipazione possibile specie di chi rappresenta, su base
elettiva, i bisogni socio sanitari dei cittadini nonché i rapporti diretti
con l'utenza, ovvero i Sindaci.
Né può sfuggire da quanto dichiarato e riconosciuto dallo stesso Direttore
Generale della Ausl che mentre compete alla Sua "insolita sovranità"
l'Atto Aziendale, il Piano Sanitario Locale è materia di condivisione con
la stessa Conferenza dei Comuni e di concertazione con le Organizzazioni
Sindacali. L'attuale proposta di Atto Aziendale contiene come allegati e
non, le tabelle rivisitate della Deliberazione della stessa Ausl n. 2777
del 21.09.01 dall'oggetto "Piano Sanitario Locale Ausl Frosinone",
risultando evidente, come sostenuto precedentemente la voluta commistione
tra ciò che è materia di Atto e ciò che è materia di Piano, tant'è che
nelle stesse tabelle vengono individuate le tipologie delle prestazioni,
le articolazioni delle medesime e loro allocazione territoriale.
In considerazione di tutto ciò, questo coordinamento ritiene che debbano
essere ripristinate regole certe in cui non vengano espropriate le
Organizzazioni Sindacali delle materie proprie della concertazione ed alla
Conferenza Locale di Sanità, ovvero ai Sindaci, la sottrazione delle
proprie prerogative.
In particolare, difatti, compete all'Ente Locale il necessario intervento
per indirizzare le scelte dell'Ausl in relazione alle caratteristiche
dello specifico territorio, nonché per verificare le modalità d'impiego
delle risorse (vedasi Dgr n. 2034/2001).
Altrettanto grave e significativo di tale comportamento assolutista di
questa Direzione Generale è il non aver accolto la Proposta unanime della
Conferenza Locale di Sanità, precedente alla presentazione dell'Atto
Aziendale, quale la costituzione del V Distretto Sanitario della Valle di
Comino.
Alla luce di quanto detto ben ha fatto la Conferenza Sanitaria dei Sindaci
che nel rigettare la confusività presente nella proposta di Atto ad aver
approvato il documento, elaborato dalla stessa Conferenza in data
7.2.2004, con il quale ha ristabilito il ruolo centrale degli Enti Locali
nella programmazione sanitaria, quali portatori delle istanze e dei
bisogni dei cittadini.
A conclusione, questo coordinamento denuncia la grave assenza del senso
delle Istituzioni e l'arroganza di questa Alta Direzione che mentre assume
comportamenti fortemente unilaterali e lesivi di chi rappresenta i
lavoratori e gli Enti Locali non si rende conto del degrado in cui versa
la Sanità ciociara. |