L’assemblea dei sindaci propone tre modifiche
all’Atto aziendale
ISTITUZIONE del distretto sanitario pedemontano della
Valcomino (che così diventa il quinto distretto); valorizzazione della
funzione del distretto «quale centro di programmazione, organizzazione e
controllo di tutte le attività socio-sanitarie con conseguente superamento
del polo ospedaliero in presìdi ospedalieri accelerando il processo di
integrazione e presa in carico del cittadino-utente in conformità alla
continuità terapeutica»; «separazione delle materie proprie dell’Atto
aziendale da quelle proprie del Piano sanitario locale ovvero PAL-PAT con
conseguente stralcio delle tabelle allegate relative alle tipologie delle
prestazioni, loro articolazione ed ubicazione».
Questi i tre punti chiave delle proposte di modifica all’Atto aziendale
dell’Asl che la Conferenza locale di sanità, presieduta dal sindaco di
Frosinone Domenico Marzi, ha approvato ieri mattina e che adesso verranno
inviate al direttore generale, dott. Carlo Mirabella. Il documento è stato
approvato da ventisette sindaci mentre ha detto «no» il primo cittadino di
Fiuggi, Virginio Bonanni, e quello di Arpino, Fabio Forte, si è invece
astenuto. Il sindaco della città termale ha chiesto più tempo per
esaminare il documento dell’Asl (che è il regolamento di organizzazione
interna la cui formulazione compete al manager, gli altri organi hanno
solo funzione consultiva), perciò aveva proposto la costituzione di una
commissione ristretta. E ha criticato aspramente l’ingerenza della
politica nella sanità. Con chiaro riferimento a come si era svolta la
discussione dal momento che alla riunione sono intervenuti quasi tutti i
sindaci del centrosinistra, in particolare dei Ds mobilitati e
opportunamente «istruiti» sulla materia della sanità. Anche il documento
era stato predisposto in precedenza.
Completamente assenti i sindaci del centrodestra, ad eccezione di Bonanni.
Gli assenti, come al solito, hanno sempre torto. Possibile che non
avessero argomentazioni plausibili per controbattere agli attacchi
sferrati dal centrosinistra sulla gestione della sanità alla Regione e in
provincia? Sarebbe bastato soltanto ricordare a quelli che oggi chiedono
il potenziamento di ospedali-simulacro che le strutture sono state
fortemente ridimensionate proprio dalla gestione regionale 1995-2000 della
sinistra.
L’assemblea ha anche rilevato che si sarebbe dovuto predisporre prima
l’Atto aziendale e poi il Piano sanitario locale, invece nell’Asl
frusinate è avvenuto il contrario, ed ha rivendicato «uno spazio di
intervento per indirizzare le scelte dell’Azienda in relazione alle
caratteristiche dello specifico territorio, nonché per verificare le
modalità di impiego delle risorse».
S. di N.
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