Il servizio per gli interventi di chirurgia snelliva anche le attività
del capoluogo
di CLEMENTE RINALDI
Non più tardi di quindici giorni fa i vertici dell'Azienda Sanitaria
provinciale (con in testa il direttore generale Carlo Mirabella) ne
avevano pubblicamente esaltato i progressi in fatto di numero di
prestazioni. Ora però sono bastate delle banali ferie per bloccarne
l'attività. Al centro della paradossale storia, il servizio di "Day
Surgery" (interventi di piccola chirurgia) offerto dall'ospedale "S. Maria
della Pietà" di Ceccano. Attualmente tutto è fermo: "colpa" dei periodi di
riposo accordati al personale medico e paramedico che in pratica non
permettono la copertura dei turni. Se ne riparla forse la prossima
settimana, dopo Ferragosto. Ma è possibile, viene da chiedersi, che delle
ferie (sacrosante) arrivino a produrre un'"emergenza"? Possibile che la
Asl non riesca a soddisfare le esigenze degli utenti grazie ad una
semplice pianificazione delle presenze? Eppure si tratta di un servizio
molto importante. Nel nosocomio di Via Borgata la "Day Surgery"
("chirurgia di un giorno") è stata istituita un anno fa. In pratica,
vengono eseguite operazioni in anestesia locale, che non richiedono
ricoveri: eliminazione di cisti, varici, escrescenze cutanee, piccole
ernie. Il paziente arriva, subisce l'intervento, rimane qualche ora in
osservazione e la sera se ne torna tranquillamente a casa. Il numero di
prestazioni è andato via via aumentando. Si è passati da una media mensile
di 40 interventi nel 2003 ai circa 200 attuali. Un exploit che un paio di
settimane fa ha ricevuto il plauso del direttore generale della Asl
Mirabella, pronto a rilevare come la Day Surgery del "S. Maria della
Pietà" contribuisca ad alleggerire anche la pressione sull'ospedale di
Frosinone. Adesso, però, la doccia gelata. Il responsabile sanitario della
struttura ceccanese è in ferie e chi cerca informazioni o prenotazioni sul
servizio si sente rispondere «è tutto chiuso, riprovi dopo Ferragosto».
Facile prevedere, alla ripresa, un accumulo di domande. Il "Santa Maria
della Pietà" è uno degli edifici storici di Ceccano. Entrò in funzione nel
1900 come ospedale psichiatrico, succursale della casa-madre della
capitale, quando la città attraversata dal fiume Sacco faceva ancora parte
della provincia di Roma. Per più di 70 anni è stato semplicemente "il
manicomio". Poi con l'applicazione della "180", la cosiddetta "legge
Basaglia" che aboliva, appunto, i manicomi, si aprì il discorso del
recupero e riconversione del grande palazzo. A metà degli anni '80 la
Regione deliberò la progressiva ristrutturazione, destinando fondi
appositi. L'impulso decisivo ci fu dopo l'episodio del 25 aprile 1997,
quando cioè crollò un padiglione (per fortuna senza causare vittime)
dell'ospedale civile di Via Roma. Si decisa infatti di trasferire i
servizi sanitari cittadini proprio all'interno del "Santa Maria della
Pietà": un'idea che circolava da tempo ma resa concreta solo "grazie" alla
sopravvenuta emergenza. Per i lavori finora in totale sono stati spesi
circa 15 miliardi delle vecchie lire.