Cronaca di Frosinone

Venerdì 20 agosto 2004

ALATRI Una manifestazione «chiave» per segnare l’avvio di un reale processo di rivalutazione
La scommessa di «Antiche Piagge»

di PIETRO ANTONUCCI

ALATRI - Per esprimere giudizi è ancora presto, poiché manca ancora un calendario preciso e definitivo degli appuntamenti, ma la manifestazione «Antiche Piagge» che si terrà a settembre può, se ben interpretata, fornire la giusta base per raggiungere uno di quegli obiettivi finora irrisolti: riportare l'attenzione che occorre su uno dei quartieri più significativi (e al tempo stesso più degradati) del centro storico. Parliamo di base giusta perché ci sembra che l'iniziativa partorita da un gruppo di cittadini, con in testa Lucio Lucchetti, e subito sposata con convinzione dagli assessori Mattei e Giovannetti abbia in effetti i requisiti adatti per avviare una seria riflessione ed un dibattito altrettanto valido sul dove e sul come va il futuro delle Piagge. Per adesso il programma è in embrione, ma gli avvenimenti culturali che si vanno delineando non avranno, o almeno non dovrebbero avere, il solo scopo di rallegrare il visitatore di turno, ma di far comprendere quanta e quale importanza ha rivestito questo quartiere nella storia, nello sviluppo, nella formazione economica e sociale di Alatri. Che poi dovrebbe essere il fine principale, anzi unico, della manifestazione. Cioé, occorre usare il tramite della cultura per prendere coscienza che le Piagge sono una parte notevole del tessuto cittadino e che, dopo anni di dimenticanza ed abbandono, finalmente conosceranno una nuova vita. La strada da compiere, nessuno lo nasconde, è lunga e difficile: vi sono ruderi da recuperare, una vitalità da rigenerare, una vivibilità complessiva da ricostruire con la collaborazione degli stessi cittadini.
E tutto ciò, va da sé, non si realizza in pochi anni, ma con il tempo, perché la «ferita» da guarire è molto estesa e, soprattutto, incancrenita. Soltanto pochi mesi fa, l'assessore al centro storico Mattei, molto affezionato alle Piagge, proponeva il «contratto di quartiere» quale ultimo modello urbanistico nazionale per ridare anima e vita al quartiere, facendo capire che siamo di fronte ad una sfida a cui è chiamato il pubblico ma anche il privato. In quell'occasione, Mattei propose qualcosa di nuovo, non celando le difficoltà di una tale operazione. Comunque, lanciò un input. Adesso ne giunge un altro. Lo spirito ci pare il medesimo e, forse, per le Piagge sta iniziando un'altra era. Almeno questo è l'augurio.