Cronaca di Frosinone | |
Sabato 13 novembre 2004 | |
Presidente è
proprio il tempo di osare di più FROSINONE - Servizi vicini al
collasso, deficit economico enorme, dipendenti insoddisfatti del
management (e persino dei sindacati), utenti sempre più delusi della
qualità delle prestazioni sanitarie, sindacati in piazza. Eppoi, ancora,
strutture edilizie fatiscenti, attrezzature che segnano il passo. Quanto
basta per indurre un po’ tutti ad occuparsi di questo «malato grave»,
(incurabile?) che è la Sanità ciociara. Una sanità che sembra abbandonata
a se stessa da quanti ancora stentano a rendersi conto della grave crisi
funzionale e gestionale in cui è precipitata. Quando servizi, quali la
riabilitazione e la cardiologia, una volta vanto della struttura, sono in
enormi difficoltà, oppure quando decine di infermieri, assunti per
potenziare i servizi di ospedali (Frosinone, Ceccano, Anagni, ecc ecc...)
non operano in corsia ma sono nei distretti adibiti in attività per lo più
impiegatizie, con gli «anziani» lasciati ai compiti più gravosi o ancora
quando non funziona il riscaldamento negli edifici, scarseggiano i
medicinali, non si pagano molti fornitori e si parla di difficoltà persino
nel pagamento delle tredicesime, si è purtroppo, vicini al collasso. E se
in tutto questo c’è chi pensa più a cambiare look al proprio ufficio
(numerose volte in pochi anni), insensibile persino alle migliaia di cause
dei dipendenti (tra cui molti medici e dirigenti), è ormai tempo di
sperare che qualcuno intervenga con energia e tempestività. A nessuno
potrà sfuggire che negli ultimi quattro anni il management è cambiato
spesso lasciando però invariata una sola presenza, così come a nessuno
sfuggirà che spesso (forse tuttora) nei vertici aziendali il dialogo e lo
spirito di corpo sono mancati. La Asl di Frosinone, nella quale il
centrodestra (e in esso An) ha investito molto non raccogliendo
altrettanto, ha bisogno di uno shock virtuoso per evitare che la
situazione precipiti ulteriormente in danno di migliaia di utenti e
lavoratori. Il primo Storace, quello del 2000-2001, non esiterebbe ad
intervenire per tentare un rilancio, disperato ma possibile, della sanità
ciociara anche da qui alle elezioni regionali. In tanti potrebbero
comprendere ed apprezzare. |