Cronaca di Frosinone | |
|
|
Domenica 23 ottobre 2005 | |
Mobbing di MAURIZIO ALGENTI DIRE mobbing è dire disagio sociale, insicurezza, alienazione nel mondo del lavoro. In una società che estremizza le regole della competitività, i «deboli» rimangono inevitabilmente vittime di un meccanismo perverso. Di questo si è discusso al primo convegno sul mobbing organizzato dall’assessorato provinciale alle Politiche Sociali, in collaborazione col Comune di Frosinone, con l’Ordine dei Medici e degli Avvocati di Frosinone e della Regione Lazio. Un tema sviscerato dai molti interventi, tra i quali quello del avv. Davide Calabrò, presidente dell’Ordine: «Non c’è, su questo tema, una normativa specifica che dia risposte concrete. Sembra mancare, inoltre, una volontà politica nell’attuare forme di tutela davvero efficaci». «Un palliativo – spiega il consigliere comunale dei Ds Gerardina Morelli – per non ammettere le condizioni di difficoltà contrattuale nelle quali si trovano a dover convivere molto spesso i lavoratori». Il mobbing mostra in sé risvolti dal punto di vista medico-clinico, viste le ripercussioni in chiave psico-fisica a cui sono sottoposti i lavoratori «mobbizzati»: «Come Asl – spiega il dott. Sponzilli, dirigente dell’Azienda Sanitaria, che ha parlato in vece del direttore generale Giancarlo Zotti – bisogna assumere priorità per contrastare il fenomeno. Il mobbing è un rilevatore del cattivo funzionamento del rapporto tra struttura e lavoratore. Occorre lanciare un progetto per una o più postazioni per prevenire il fenomeno, con l’aiuto di tutte le adesioni possibili, anche da parte delle istituzioni». L’assessore provinciale alle Politiche Sociali, Francesco Giorgi, sottolinea così l’importanza di questo primo convegno provinciale: «Intorno al mobbing occorre far cadere qualche velo, soprattutto per ciò che si vive quotidianamente. Il mobbing no è un "dispetto" nato da antipatie personali, come spesso si tende a credere, ma una forma di sfruttamento dell’individuo. Un problema grave che attiene all’organizzazione del lavoro, accentuato da una forte componente di precariato nel mondo della domanda e dell’offerta». La paura di perdere il posto di lavoro sarebbe più forte della denuncia della propria condizione di «isolamento». Un fenomeno, quello del mobbing, che sfocia, in ambito più strettamente clinico, in un grande ventaglio di gravi psicopatologie. |