Cronaca di Frosinone | |
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Giovedì 11 maggio 2006 | |
ALATRI Intervista al sindaco uscente Giuseppe Morini, a
due settimane dal voto per il rinnovo dell’amministrazione comunale Tradito dalla mancanza di chiarezza e lealtà L’ex primo cittadino lamenta: «qualche riunione addirittura è sfociata in aggressione verbale» NON si placa la polemica scatenata dalle dichiarazioni di Pasquale Caponera,esponente di spicco di «Programma Alatri», la lista civica cui appartiene anche il non ricandidato sindaco uscente Giuseppe Morini. Caponera ha ringraziato pubblicamente Morini per aver fatto crescere la città ed ha espresso certezze circa la «correttezza» dell’ex sindaco in questa tornata elettorale. Pronta la replica di Morini che anticipa a «Il Tempo» anche alcuni retroscena della battaglia interna alla lista civica ancora non del tutto chiariti, togliendosi più di qualche sassolino. Ingegnere cosa ne pensa delle ultime esternazioni di Caponera? «Apprezzo e ringrazio per la stima espressa e per i giudizi lusinghieri su di me e sull’operato della Giunta che ho avuto l’onore di guidare. D’altro canto che Alatri sia cresciuta con me alla guida è sotto gli occhi di tutti e gli alatresi lo hanno ben visto anche prima dell’intervento di Caponera. Intervento che mi sarebbe piaciuto ancor più se non fosse sconfinato nella parte che riguarda il mio comportamento in questa campagna elettorale». Perché dice questo? «Perché sembra quasi che la lusinga e gli apprezzamenti fossero funzionali a tirarmi la giacchetta per poi indurmi ad avere un certo comportamento in campagna elettorale». Si spieghi meglio. «L’interesse di Caponera e di "Programma Alatri" è quello di ricevere i voti miei personali e degli elettori miei estimatori e simpatizzanti. Mentre io...». Mentre lei cosa? «Passo il mio tempo a spiegare cosa è accaduto tra febbraio e marzo scorsi e perché non sono ricandidato alle decine e decine di cittadini che ogni giorno vengono a farmi visita». Ecco, appunto, facciamo un passo indietro. Cosa è accaduto e perché non si è ricandidato? «Potrebbero spiegarlo meglio Caponera e altri dirigenti di "Programma Alatri" incluso Patrizio Cittadini. Tutta la crisi comunale ha visto i partiti della coalizione assenti nella gestione anche se è chiaro che i Ds, dopo le dimissioni di Buschini da assessore, aspettavano l’occasione per rifarsi. Ma è la lista civica che ha balbettato non dicendo chiaramente se gradiva la mia ricandidatura. Speciosi distinguo, rinvii su rinvii, assordanti silenzi del leader e velate critiche al sottoscritto (mai dette a viso aperto) hanno fatto precipitare le cose e determinato una spaccatura senza ritorno. La stessa «pantomima» della designazione ufficiale del sottoscritto in data 10 marzo fu adottata da pochissime persone e in modo irrituale (senza firma e senza la presenza di tanti big della lista) e per ciò stesso non dava alcuna garanzia. Questo è il motivo per cui sono stato costretto a considerarla irricevibile in quanto non aveva il crisma della massima serietà. A mente fredda che opinione si è fatto di questa esperienza? «Che Patrizio Cittadini desiderasse tornare a fare il sindaco di Alatri e non avesse il coraggio di dirmelo apertamente. Questa aspirazione ha trovato conforto nella politica (i Ds soprattutto, mentre noi siamo o eravamo fuori dai partiti) nella crisi comunale in cui, si badi bene, lo "sfiduciato" era lo stesso presidente del Consiglio Cittadini e non il sindaco in carica e nelle incoerenze di alcuni». Le sta a cuore chiarire qualcos’altro? «Si due cose. Una riguarda la mia famiglia tirata in ballo inopinatamente nell’agone politico con una "leggenda cittadina" secondo cui qualcuno dei miei avrebbe "schiaffeggiato" non si sa bene chi mentre, a dire il vero, in una discussione politica animata in una casa privata di un esponente politico proprio mia moglie è stata investita da attacchi verbali che stavano per degenerare da parte di un altro ospite, colui che in quanto «leader» avrebbe dovuto mostrare maggiore serenità ed equilibrio. Episodio ormai rimosso anche questo. Eppoi che non sono pentito di essermi dimesso per difendere un dirigente della mia lista. Questo dimostra che, almeno io, non ho modificato correttezza e coerenza con l’acquisizione del potere». In conclusione che farà Morini in questa campagna elettorale? «Spiegherò l’accaduto e continuerò a riflettere sull’accaduto con coerenza e correttezza». Coerenza e correttezza che sono mancate allo schieramento se solo si pensa che la Casa delle Libertà ha ricandidato Magliocca, sconfitto al ballottaggio nel 2002 mentre il centrosinistra non ripresenta colui che allora vinse le elezioni e che sarebbe stato il naturale successore di se stesso. F. di M. |