Cronaca di Frosinone

Domenica 8 ottobre 2006
ASL Nuova lettera della Fials ai rappresentanti delle istituzioni che affronta il tema degli incarichi di studi, ricerca e consulenza
Un gruppo di lavoro che costa parecchio
Chieste delucidazioni sulla squadra incaricata delle modifiche e delle integrazioni all’atto aziendale

UN gruppo di lavoro appositamente creato per la modifica dell’atto aziendale. È questa l’ultima frontiera della battaglia portata avanti dal sindacato Fials tramite il suo vice segretario provinciale Francesco D’Angelo e tramite la preziosa opera dell’avvocato Giuseppe Tomasso, per cercare di fare chiarezza su alcune spese sostenute dall’Asl di Frosinone e che gravano sul suo bilancio. In una lettera inviata al presidente della Regione Piero Marrazzo, al direttore generale Zotti e a numerosi altri destinatari, la Fials chiede di verificare quali siano i presupposti che hanno condotto alla costituzione di tale gruppo e se vi sia un potenziale danno erariale alla luce di quanto viene speso. «L’atto aziendale, quale atto di diritto privato, - scrive la Fials - è l’espressione della nuova natura delle aziende sanitarie che hanno acquistato personalità giuridica pubblica e capacità imprenditoriale. L’atto disciplina l’assetto organizzativo e il funzionamento dell’azienda, nonché l’ordinamento della dirigenza appartenente ai ruoli sanitario, amministrativo, tecnico e professionale». La «costituzione» è stata approvata il 20 febbraio 2004 con deliberazione Ausl n.561 pubblicata poi sul Burl il 29 maggio dello stesso anno. Dopo due anni l’azienda sanitaria, e precisamente il 20 gennaio 2006, con delibera n.76, avente ad oggetto «revisione dell’atto aziendale, costituzione di un apposito gruppo di lavoro», ha provveduto a formare una «squadra» il cui scopo era quello di studiare eventuali modifiche e integrazioni della «costituzione» dell’Asl. Nella delibera veniva specificato che il gruppo di lavoro doveva essere formato da componenti di alto livello professionale tant’è che poi sono andati a formarlo professori universitari, componenti di organismi istituzionali nonché il direttore ammnistrativo e il direttore sanitario dell’Asl, per un totale di sette membri, senza dimenticare che le funzioni di segretario sono state affidate a un consulente esterno. Per ogni seduta del gruppo ad ogni componente viene riconosciuto un gettone di presenza di 250 euro oltre al rimborso delle spese di trasporto e quelle di vitto, ove spettanti comunque e documentate. Senonché dopo sei mesi si è sentita la «stringente» necessità di allargare il novero degli esperti per «un ulteriore apporto di conoscenza e/o esperienza» per cui sono stati «reclutati» un commercialista ed un componente di un collegio dei revisori della Provincia di Frosinone, per l’analisi dei dati di bilancio. Tuttavia, rileva la Fials i due nuovi esperti hanno già operato nel mese precedente l’emanazione della delibera percependo un compenso a gettone di 200 euro. «È vero che nell’ordinamento italiano - dice la Fials - non sussiste alcun divieto, di carattere generale per le P.A. di conferire a soggetti esterni incarichi professionali, ma il ricorso a tale strumento convenzionale è subordinato alla sussistenza di una serie di presupposti e requisiti. Ugualmente condivisibile, sul punto, appare la considerazione che si tratta di attività che rientrano nella competenza del Direttore generale e di quello amministrativo e di tutta la struttura dirigenziale dell’azienda, composta da una serie assai numerosa di incarichi dirigenziali di strutture complesse nonché in posizione di staff al Direttore generale con la possibilità quindi di un coinvolgimento trasversale anche di altri uffici, settori e strutture per ciascuno dei quali non risulta alcun attestato di incapacità o insufficienza professionale». «Dunque - continua la Fials - questa esternalizzazione di competenza sarebbe giustificata solo nell’ipotesi in cui si fossero riscontrate nell’organico dell’ente effettive, concrete e provate gravi carenze qualitative o quantitative, da accertare mediante puntuale e reale ricognizione e tali da impedire al direttore generale di avvalersi del necessario ausilio della struttura interna. E si badi, l’accertamento del requisito della insufficienza organizzativa va estrinsecato proprio nell’atto di conferimento dell’incarico, attraverso una congrua motivazione che dia indicazione del fatto che allora, ossia nel momento del conferimento dello stesso, è stata eseguita davvero una effettiva ricognizione delle professionalità interne all’ente. In presenza di un atto di conferimento di incarico a terzi che non dà conto di tale ricognizione, il giudice erariale è tenuto ad interpretare una siffatta mancanza non come vizio dell’atto ma come carenza del fatto ricognitivo in sé, ossia come carenza dell’accertamento negativo dell’assenza di professionalità interne all’ente, con evidenti implicazioni anche in termini probatori, nell’ambito di un eventuale giudizio davanti all corte dei conti. Da valutare poi anche se per la modifica dell’atto occorrano ben sette esperti». Un’altra questione spinosa che va ad aggiungersi alle precedenti sperando che prima o poi qualcuno dia una risposta.

Pie.Pag.