Cronaca di Frosinone

Giovedì 19 ottobre 2006
Il «triumvirato» ha richiesto specificamente per l’incontro la presenza dell’assessore regionale alla sanità
Dea, delegazione ciociara da Marrazzo
Sarà composta da Scalia, dal presidente dei medici Cristofari e da Michele Marini. Probabilmente interverrà anche Zotti

di PIETRO PAGLIARELLA

DOPO l’anticipazione apparsa sulle colonne di questo giornale circa la decisione della Regione Lazio, per la verità ancora non ufficiliazzata tramite un atto ma confermata a «Il Tempo» dal diretore sanitario dell’Asl di Latina, dott. Carlo Saitto, di istituire presso l’ospedale «S.Maria Goretti» del capoluogo pontino un dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) di II livello per il Lazio sud, punto di riferimento per le province del Basso Lazio e della bassa provincia di Roma, la politica locale, dopo aver incassato, con un certo stupore e ora anche timore, lo «scippo» che si sta perpetrando nei confronti della nostra provincia, passa al contrattacco. E lo fa in maniera decisa investendo della questione i massimi vertici politici regionali. Così, secondo indiscrezioni, una delegazione formata dal presidente della Provincia, avv. Francesco Scalia, dal presidente dell’ordine dei medici di Frosinone, dott. Fabrizio Cristofari, dal vice sindaco del capoluogo e coordinatore provinciale della Margherita, nonché candidato in pectore del centrosinistra alla poltrona di sindaco al comune di Frosinone per le amminstrative del prossimo anno, Michele Marini hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Regione, Piero Marrazzo, per avere chiarimenti sulla questione del Dea di II livello richiedendo, al contempo, specificamente la presenza dell’assessore alla sanità Augusto Battaglia, il maggiore «imputato» in questa vicenda. La delegazione ciociara chiederà conto delle anticipazioni uscite sulla stampa in questi giorni e quali siano i piani della Regione in materia di politica sanitaria e in che modo alla Pisana si voglia valorizzare, se si vuole valorizzare, la sanità ciociara. Una querelle di non poco conto visto che sul tappeto vi sono tematiche che rivestono primaria importanza. All’incontro dovrebbe presenziare anche il direttore generale dell’asl di Frosinone, prof. Giancarlo Zotti. Lasciando momentaneamente da parte la questione del prestigio del territorio che comunque ha una sua importante valenza, innanzitutto la non elevazione di Frosinone a Dea di II livelo comporterebbe il mancato arrivo di servizi di eccellenza e di sanità complessa con tutte le conseguenze che ne deriverebbero in termini di viaggi della speranza in altre strutture ospedaliere. Inoltre tutto ciò avrebbe pesanti ricadute a livelli occupazionali dal momento che un Dea di II livello significherebbe più posti letto e quindi più personale da impiegare e quindi più assunzioni e quindi meno disoccupazione sul territorio, invece se si dovesse profilare lo scenario prospettato con l’eventuale decisione regionale si determinerebbe invece un taglio degli attuali posti letti con una sostanziale diminuzione dei livelli occupazionali del perosnale sanitario attualmente occupato. Senza considerare, poi, i benefici indotti e che avere un centro ospedaliero di eccellenza del tipo «Hub» in provincia significherebbe anche ricerca medica con l’opportunità di poter ottenere una qualificazione universitaria, fattore questo su cui Latina ha potuto fondare le sue credenziali avendo da anni una sede staccata della facoltà di medicina dell’università «La Sapienza» di Roma. Pertanto molto opportuna appare a questo punto l’iniziativa intrapresa del triumvirato ciociaro finalizzata ad ottenere spiegazioni e a cercare di salvare il salvabile visto che fino ad ora le presunte garanzie politiche di cui avrebbe dovuto godere la provincia di Frosinone si sono sciolte come neve al sole. La favola delle agevolazioni che si sarebbero dovute avere grazie alla famigerata «filiera» (Regione, Provincia e comune capoluogo della medesima colorazione politica) a conti fatti, si è rivelata tale, solo un buon argomento da utilizzare in comizi elettorali, visto che l’assessore regionale alla sanità dei Ds, nonostante la presenza in giunta di tre assessori ciociari, di cui uno in quota al suo stesso partito e gli altri a Sdi e Pdci, ha finito per privilegiare, un territorio e una città (Latina) dove, da quando esiste la Repubblica, la sinistra prima e il centrosinistra dopo hanno rimediato solo sonore bastonate. È evidente che ci si apsetta che la classe politica faccia valere il suo peso visto che alla luce di quanto successo, mentre ci si impegnava in seppur lodevoli viaggi all’estero alla ricerca di opportunità per il territorio, qualcun altro in Italia lavorava maggiormente di fino. «Dum Romae consulitur Saguntum expugnatur», mai detto fu più appropriato.