L'advisor conferma il «rosso» del
Lazio
di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)
È di 9,734 miliardi, come denunciato dal governatore
Piero Marrazzo, il debito "occulto" verso i fornitori accumulato dal
Lazio tra il 2003 e il 2005 ed ereditato dalla precedente giunta di
centrodestra. Di questa ingentissima massa di scoperto, i crediti
transatti sono pari a 6,240miliardi, quelli non transatti ammontano a
3,494 miliardi.
È questa la conclusione, sul versante squisitamente finanziario, cui
arriva la relazione consegnata da Franco Masera (Kpmg), l'advisor scelto
da Governo e Regione per certificare la situazione della sanità laziale,
a Tommaso PadoaSchioppa e a Marrazzo. Una relazione, insieme al piano di
rientro da 788 milioni in via di definizione da parte della Regione,
propedeutica anche per definire la partecipazione statale al deficit
ereditato dal centrodestra, come le modalità di spalmatura negli anni
del maxi disavanzo. L'accordo tra Governo e Regione, almeno sul piano di
rientro, dovrebbe essere sottoscritto entro Natale.
Il rapporto dell'advisor, mette a nudo l'estrema criticità in cui
versano le aziende sanitarie laziali, con singole Asl (la «C» e la «E»,
in particolare) oberate di debiti anche da 2 e da 1,3 miliardi.
Indice puntato anche sulle operazioni di finanza strutturata: se
nell'immediato hanno risolto la «grave tensione finanziaria » verso i
fornitori, si afferma, gli impegni assunti con le cartolarizzazioni «e
il relativo profilo temporale finiscono per disallineare sempre più la
gestione economica dai fabbisogni finanziari, notevolmente gravati dalla
rinegoziazione dei debiti pregressi su scadenze mediolunghe». In
sostanza, si mette in guardia, si finisce per scaricare sulle gestioni
future una pesantissima e difficilmente gestibile eredità finanziaria.
Alla Regione, si conclude, serve in ogni caso una urgente correzione di
rotta gestionale.
Occorre, in buona sostanza, un sistema affidabile di «planning control»,
oggi assolutamente carente. In questa direzione, non mancano
raccomandazioni specifiche da parte dell'advisor. A cominciare dalla
necessità di arrivare a una «normalizzazione amministrativa » dei
bilanci per raggiungere al massimo in due anni «l'effettiva
certificabilità (e affidabilità) dei bilanci civilistici e degli
aggregati gestionali». Ma serve anche al più presto il rafforzamento dei
controlli e la messa a punto di criteri contabili e obiettivi di spesa
efficienti e garantiti.
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