Cronaca locale

Sabato 16 dicembre 2006

L’integrazione
Asl, la sperimentazione in atto si concluderà a fine 2007
Adozione possibile nel Lazio

«IL Consultorio c’è e lavora sodo. Ci accusano di essere quasi degli alieni ma non ci si rende conto che lavoriamo sulla prevenzione la quale, ora come ora, è il parente povero di una sanità in bolletta». Con queste parole la dottoressa Simonetta Ferrante, responsabile del Consultorio familiare del distretto di Frosinone (22 comuni serviti), ha riassunto icasticamente una situazione difficile che si trascina da tempo (mancanza di personale e di risorse) e che, pertanto, scarica su queste strutture le carenze e le inefficienze delle altre istituzioni e della società (a cominciare dalla famiglia troppo disattenta alle problematiche dei giovani). Consultori che spesso sono percepiti da buona parte della popolazione come luoghi relegati a uffici dove si recano persone in difficoltà, ma in realtà si tratta di strutture che oscillano tra il sanitario ed il sociale organizzate con criteri multidisciplinari alle quali possono accedere tutti i cittadini (soprattutto persone in stato di disagio economico) e negli ultimi tempi anche gli immigrati in favore dei quali è operante dal 1999, nell’ambito del Dipartimento 3D dell’Asl, il Consultorio multietnico con ben 4.000 utenti. Strutture che s’interessano di tante altre tematiche, come l’uso della «pillola del giorno dopo», le statistiche relative alla grandi difficoltà di procreazione delle coppie, la disgregazione delle famiglie che determina situazioni di disagio sempre crescente nei figli, soprattutto minori e le nuove esigenze sociali richiedono alle Istituzioni provvedimenti che diano risposte più adeguate sia in termini di qualità che di quantità dei servizi. Come migliorare il livello della comunicazione-informazione sulle potenzialità dei Consultori? Come incrementare il sostegno alla genitorialità? Come potenziare il monitoraggio sui diversi disagi dei giovani? Quali e quante difficoltà incontrano le famiglie che debbono ricorrere alla fecondazione assistita? Come introdurre nell’attuale legislazione maggiori garanzie e novità? Tutte tematiche che sono state molto sviscerate da tutti i relatori nel corso dell’approfondita discussione con l’unico obiettivo di meglio focalizzare ed individuare «Ruolo e prospettive tra realtà e nuovi bisogni», come testualmente proponeva lo slogan del confronto. Che è stato molto aperto e partecipato sulla spinta delle molte interessanti domande poste dai giornalisti presenti, a cominciare dal nostro vice direttore Sanzotta. Come risolvere l’attuale dicotomia esistente nel Lazio tra i servizi sanitari ed assistenziali? L’assessore regionale Mandarelli, facendo presente la grave carenza di risorse, ha messo l’accento che i piani di zona sono diventati biennali, che tutte le iniziative vengono concordate con il coinvolgimento degli enti locali, delle associazioni: così la «catena» si chiude con il cittadino, destinatario esclusivo dei servizi. L’assessore ha sottolineato il fatto che «oggi c’è una Regione che dialoga con il territorio e gli utenti», che l’integrazione dei servizi sanitari e sociali sta avvenendo per gradi e sfocerà prossimamente nel piano regionale finora inesistente. Com’è noto, vista la rilevanza della questione, nell’Asl frusinate è attivo – d’intesa con la Regione – un coordinamento sul quale si farà il punto a fine 2007 e, come anticipato dal direttore generale Zotti, se sarà positivo verrà esteso a tutte le Asl della regione.