Cronaca locale | |
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Sabato 23 dicembre 2006 | |
HA avanzato in più occasioni richiesta di copie di atti aziendali per le sue iniziative finalizzate a ... ...migliorare la gestione della sanità in provincia di Frosinone ma questa volta, rispetto a quanto accaduto in passato, la Fials si è vista rispondere picche. Motivazione? il soggeto richiedente, il vice segretario provinciale dell’organizzazione, non sarebbe stato lagittimato ad avanzare richiesta di consultazione degli atti richiesti. Un atto, giudicato dalla Fials di una gravità inaudita, che ha dato il destro all’avv. Giuseppe Tomasso, legale della Fials, e al vice sergreario D’Angelo, di rivolgersi addirittura a Marrazzo. «Signor Presidente - si legge in una nota inviata al massimo responsabile regionale -, la scrivente organizzazione sindacale Fials della provincia di Frosinone, a mezzo del vice segretario provinciale Francesco D’Angelo, assisitito dal sottoscritto avvocato, si rivolge a Lei, confidando della Sua persona e nella Sua professionalità anche pregressa di giornalista, assai sensibile alle questioni attinenti la tutela dei diritti ove sono coinvolte istituzioni pubbliche». Una introduzione che fa da cappello all’elencazione delle iniziative intraprese anche sul piano giudiziario, non mancando di tirare le orecchie al potere politico che è stato colpevolmente silente alle grida di dolore lanciate dalla Fials sugli sprechi nella sanità, atteso poi che la nomina dei vertici di una azienda sanitraia sono di natura politica. «Un fatto estremamente grave è di recente avveuto - continua la lettere spedita a Marrazzo - e necessita di una particolare attenzione. È una dato di fatto che, sino ad oggi, la Fials ha inoltrato istanza di accesso agli atti ed ogni richiesta è stata sempre soddisfatta. Ma ciò è avvenuto sino a che, a seguito di vari esposti inoltrati alle competenti autorità sulla base di circostanze acquisite dalla documentazione aziendale, la Asl ha assunto la determinazione, con nota aziendale del 18.12.06, di negare l’accesso agli atti, con motivazioni palesemente pretestuose, come se si volesse bloccare il flusso di notizie ed informazioni e non consentire più alcun "sindacato" sulle scelte operate. In particolare, al di là di un sostanziale diniego generalizzato, si è negato, tra l’altro, in maniera più incisiva, l’accesso agli atti relativi al conferimento degli incarichi defensionali a legati esterni (su tale aspetto la Asl è da subito apparsa particolarmente sensibile). Ed infatti, non si può denunciare una determinata condotta se non si è a conoscenza dei relativi atti! L’operazione in questi termini è assai semplice e, nel contempo, efficace e raggiungerebbe la finalità perseguita. Proprio nella semplicità di detta iniziativa aziendale giace la gravità della condotta della Asl di Frosinone. È pur vero che tale circostanza lascerebbe intendere che si è effettivamente colpito nel segno, ma si vuole evitare che si prosegua nella medesima direzione. Ora, al di là delle iniziative giudiziarie che sono state attivate per avversare detta determinazione datoriale, rimane la condotta sconcertante della Asl: tentare di "imbavagliare" l’organizzazione sindacale che sino ad oggi ha contrastato la condotta aziendale, evidenziando ed argomentando sempre le proprie ragioni con una asserita non corrispondenza ai determinati canoni e principi di diritto. Su tale questione sarebbe opportuno un intervento autorevole del Presidente della Regione Lazio non per risolvere la problematica (che troverà soluzione evidentemente in sede giudiziaria), ma perché sarebbe utile una presa di posizione chiara ed univoca: poco importa se vi sono possibili equilibri e/o strategie politiche gestionali da mantenere, l’importante è conoscere e sapere se si condivide o meno una condotta. Ci si augura, e si è certi, che il ricordo positivo della Sua persona e dei Suoi principi, con veemenza sempre evidenziato, non svanisca nell’alveo della pura "politica"». |