Cronaca locale | |
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Martedì 9 gennaio 2007 | |
Accordo Regione-sindacati Regolarizzati i «sanitari» di FABIO DI CHIO ASSUNZIONE dei precari della sanità, in tre anni. Ieri Regione Lazio e sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un accordo che i firmatari non hanno esitato a definire «di portata storica». Stando all’ultimo censimento degli uffici regionali, gli «esterni» che lavorano negli ospedali sono circa seimila: considerando sia chi svolge servizio di assistenza alla persona, sia chi lavora per i servizi esterni (mense, manutenzione, pulizie, lavanderia). Le novità dell’accordo di ieri sono due: si distinguono i precari della sanità dagli "esternalizzati" e si decide che i primi (circa 3.500, quelli contati fino all’aprile scorso, nella legge Finanziaria regionale) dovranno essere gradualmente reintegrati, in base ai soldi che ogni anno saranno messi in bilancio regionale. Per i secondi, invece, Regione e sindacati hanno stabilito che gli addetti dovranno essere maggiormente garantiti sul posto di lavoro. «Lo strumento - spiega il segretario Cisl, Tommaso Ausili - sarà un osservatorio regionale che dovrà vigilire sul rispetto delle condizioni di efficienza e di regolarità nel rapporto di lavoro. Il dipendente può stare tranquillo». «Nel dettaglio - spiega l’assessore alla Sanità Battaglia, che ha siglato il testo assieme alla sua collega al Lavoro, Alessandra Tibaldi - l’accordo prevede che non possono essere esternalizzate, e andranno gradualmente reinternalizzate, nel rispetto delle quote previste dalla specifica delibera di giunta regionale, quelle prestazioni erogate direttamente nei servizi ospedalieri e distrettuali a gestione diretta delle Aziende sanitarie che per la loro tipologia si configurano come servizi sanitari, tecnico-sanitari e sociosanitari/ausiliari alla persona. Vanno perciò ricondotte, gradualmente, alla gestione diretta funzioni amministrative, a partire da: provveditorato, personale, bilancio, ragioneria e tecnico-economale. Per le funzioni non rientranti nelle tipologie precedenti - continua - prima di decidere dell’esternalizzate, dovrà essere avviato un confronto con le organizzazioni sindacali, come previsto dai contratti nazionali di lavoro, allo scopo di verificarne la sussistenza dei principi di indifferibilità ed economicità, efficacia, efficienza e globalità del servizio esternalizzato. L’accordo – commenta Battaglia – esplicita ancor di più quali sono i nostri obiettivi in tema di lavoro». Più che soddisfatti i sindacati. Erano presenti i segretari regionali e della Funzione pubblica, di Cgil (Cesare Caiazza e Tiziano Battisti), Cisl (Tommaso Ausili, Luigi Casarin e Claudio Federici) e Uil (Ricci e Sandro Biserna). «Ora prima di procedere con eventuali esternalizzazioni - dice il cigiellino Caiazza - la Regione e le organizzazioni sindacali verificheranno la sussistenza delle condizioni di efficacia, economicità, efficienza dell'eventuale servizio esternalizzato». Ma il blocco annunciato del turnover di assunzioni nella sanità non rischia di dare il via ad altri contratti a tempo per rimpiazzare i buchi in organico? Il segretario Cisl Federici puntualizza: «Assolutamente no, i contratti a tempo sono previsti solo per sostituzione per malattia e materità, e niente ferie: quelle devono essere gestite dal personale assunto». |