Cronaca locale

Mercoledì 14 febbraio 2007

Deficit della sanità, ok al piano di rientro
Posti letto: in Ciociaria nessun taglio nel pubblico, 27 in meno nel privato
Si va avanti con i sette accorpamenti dei reparti
Perplessi i sindacati: «Misure insufficienti, per ora nessun precario verrà stabilizzato»

di MASSIMO CECI

La giunta regionale del Lazio ha approvato il piano di rientro dal deficit sanitario, che ora verrà presentato al Governo. Accolti così le misure decise dalla Asl frusinate che puntano a far recuperare 30 milioni di euro nella sola Ciociaria. Come anticipato nei giorni scorsi verranno accorpati Otorino e Chirurgia ad Alatri, Urologia e Chirurgia ad Anagni, le specialità chirurgiche a Sora e Pontecorvo, ancora Pneumatologia e Geriatria a Pontecorvo. I laboratori analisi di Isola Liri, Ferentino, Atina e Ceprano verranno trasformati in centri per il prelievo. Il tutto a partire dal primo marzo. Poi, dal 2008, spazio ai tagli: Otorino di Alatri potrebbe chiuderebbe in favore di Anagni, Urologia di Anagni potrebbe essere inglobata dall'ospedale di Frosinone. Ostetricia da Anagni potrebbe migrare ad Alatri. Snellimento anche per i primi soccorsi: verranno dotati solo di guardia medica e di un'ambulanza medicalizzata. Si perderanno anche 27 posti letto per acuti nel corso di quest'anno, ma solo nelle strutture private. Resterà intatto il numero di posti letto nelle strutture pubbliche.
«Un provvedimento di grande coraggio e di estrema responsabilità, per tagliare costi e mantenere alti i livelli di assistenza sanitaria - commenta l'assessore regionale Francesco De Angelis - Abbiamo ereditato una situazione al collasso e abbiamo assunto scelte concrete, adottando un programma strategico e organico di rilancio del settore sanitario che razionalizza senza eliminare servizi, che punta al risparmio, evitando però tagli alle reali esigenze territoriali. In provincia di Frosinone il piano non prevede tagli ai posti letto, ma una seria programmazione e razionalizzazione dei reparti, con l'obiettivo di migliorare l'assistenza e i servizi ai cittadini. Uno sforzo reale, concreto, vero, come dimostra l'apertura dell'Ospedale di Cassino e l'avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale di Frosinone».
Gli fa eco l'assessore Alessandra Mandarelli: «Ho espresso un voto politico di piena fiducia alla proposta del presidente Marrazzo. Faccio presente come espressione del territorio della Provincia di Frosinone che il piano non prevede tagli ai posti letto di tale provincia, ma una programmazione seria e razionale che vede come unico scopo il miglioramento dei servizi per i cittadini. In quest'ottica si colloca l'apertura dell'ospedale di Cassino e l'avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo ospedale di Frosinone».
«Adesso però sono necessari passaggi istituzionali precisi, con la conferenza dei sindaci e con le organizzazioni sindacali - spiega il direttore sanitario della Asl di Frosinone Raffaele Ciccarelli - Passaggi nell'ambito dei quali il vertice aziendale andrà alla piena ricerca delle necessarie intese e condivisioni con l'unico fine del miglioramento dei servizi in proporzione alle risorse disponibili».
Critici invece i sindacati. Cgil, Cisl e Uil giudicano "insufficienti" i cambiamenti introdotti con il piano di rientro della sanità approvato lunedì dalla giunta
regionale del Lazio. «In attesa del prossimo incontro fissato per il 21 febbraio, questa organizzazione sindacale esprime non poche perplessità sul futuro prospettato per la sanità ciociara - scrivono Beatrice Moretti e Giuseppe Nucera della Cgil di Frosinone - Non si prevede di stabilizzare nessun precario, sin quando non sarà raggiunto l'obiettivo di risparmio imposto dalla Regione Lazio: circa 9 milioni di euro».
«Troviamo risibili i provvedimenti con i quali l'azienda sanitaria locale di Frosinone si propone di rientrare dal deficit - aggiunge Giulio Rossi della Uil - Gli accorpamenti previsti di alcuni reparti permetteranno di recuperare soltanto pochi infermieri mentre per gli ausiliari il risparmio sarà possibile soltanto interrompendo il ricorso ai contratti a tempo determinato». Il manager Giancarlo Zotti risponde laconico: «Già nella seconda metà dell'anno si cominceranno a vedere i frutti. Noi non ci faremo condizionare dai localismi».