Cronaca locale | |
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Domenica 4 febbraio 2007 | |
A denunciarlo è la Fials che evidenzia il mancato
rispetto della 626 del ’94 L’ASL di Frosinone? Una struttura che non rispetta quanto previsto dalla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Ad affermarlo in maniera perentoria è la Fials di Frosinone, tramite il vice segretario provinciale, Francesco D’Angelo, ed il legale dell’organizzazione, avv. Giuseppe Tomasso. La struttura di via Armando non avrebbe il documento fondamentale richiesto dalla legge 626/94, ovvero la relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro. Una manchevolezza che fa, appunto, del complesso di via Fabi, una struttura «fuori legge» e che ha indotto la Fials a segnalare la clamorosa questione al prefetto, al sindaco Marzi, al comando di polizia municipale, al comando provinciale dei vigili del fuoco, al direttore dello Spresal e medicina del lavoro nonché al direttore generale Zotti e al presidente delle Regione Marrazzo. «In data 11 gennaio 2007 - scrive la Fials - abbiamo richiesto, con apposita istanza, di prendere immediata visione del documento di valutazione del rischio di tutte le strutture aziendali e presidi che insistono nella Asl di Frosinone di via Armando Fabi (sede centrale della ASL), instando, altresì, di conoscere se dette strutture sono in possesso delle prescritte certificazioni di legge nonchè la conformità delle stesse alla normativa sulla sicurezza. Nonostante ciò i competenti Organi aziendali, e dunque, il Datore di lavoro, non ha provveduto». Una richiesta inevasa che ha costretto la Fials a presentare una «istanza (datata 15.01.07) al competente organo di vigilanza ed ispezione della A.S.L. (S.PRE.S.A.L.- servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro), con invito a voler provvedere, con solerzia, ad un sopralluogo-ispezione su detti luoghi di lavoro per accertare la conformità alla normativa sulla sicurezza, verificando l'esistenza del documento di valutazione del rischio, nonché, ma non da ultimo, delle prescritte certificazioni». La richiesta ha avuto come immediato effetto il 16 gennaio il ricevimento di una missiva di Zotti, indirizzata alla Fials, ai medici del lavoro e ai vari rappresentanti della sicurezza, con la quale si procedeva alla convocazione per il 26 gennaio di una discussione, valutazione e sottoscrizione del documento di valutazione del rischio. Un «invito» che secondo la Fials «attesterebbe in maniera inequivoca ed incontestabile che, allo stato, il documento di valutazione del rischio, non esiste giuridicamente, non fosse altro che, se deve essere sottoposto all'esame dei soggetti interessati (medici competenti e rappresentanti della sicurezza dei lavoratori) per la relativa disamina ed "elaborazione congiunta", alla data odierna (ovvero a quella di richiesta di accesso) non risulta "validamente e giuridicamente esistente". Peraltro, i soggetti interessati (medici competenti, rappresentanti per la sicurezza) sono stati convocati per il giorno 7 febbraio per effettuare i "sopralluoghi tecnici" proprio per la elaborazione del documento di valutazione dei rischi. Circostanza, quest'ultima, che risulterebbe confermativa della inesistenza di un documento di valutazione dei rischi. Invero, si è avuta conoscenza della sola esistenza di un "vecchio" documento di valutazione dei rischi risalente addirittura al 1997 che non reca alcuna sottoscrizione del Rsl e dei medici competenti ma solo quella dell'allora datore di lavoro». Allora perché fissare questo incontro? «Per procedere - spiega la Fials - alla elaborazione del documento unitamente ai soggetti "competenti", di talchè, fino a quando ciò non avviene, il documento "giuridicamente non esiste", mancando, giust'appunto quella fase prefigurata normativamente che consente di qualificarlo tale. D'altra parte, se i suddetti adempimenti fossero stati ininfluenti non si comprende l'urgenza da parte del Datore di lavoro di detta convocazione (d'improvviso sentita a seguito delle istanze di accesso sopra citate), ben potendo consentire l'accesso e la presa visione del documento allo stato attuale elaborato!! È evidente, peraltro, la ragione per la quale non è consentito l'accesso e la presa visione del documento di valutazione: l'accesso non è consentito perché il documento allo stato costituisce una mera elaborazione/bozza e, poichè non è stato sottoposto alla partecipazione/valutazione dei soggetti competenti (medici competenti aziendali e R.S.L.) non può essere validamente posto in visione e, dunque, allo stato 'non esiste'. Ed ancor di più, se la sottoscrizione da parte dei medici competenti aziendali e dei R.S.L. avviene in una determinata data, ciò vale, evidentemente, a collocare temporalmente l'esistenza giuridica del documento». Da qui la richiesta agli organi investiti della questione di procedere senza indugi alla verifica dello stato di sicurezza dei luoghi non limitandosi ad una mera verifica formale dell’esistenza del documento ma anche, se del caso, alla irrogazione di sanzioni, all’accertamento dell’esistenza dell’accatastamento e del possesso del certificato di agibilità delle strutture. Di certo lascia pensare che l’ente depositario del servizio di controllo del rispetto delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro sia esso stesso non in regola. Pie.Pag. |