Cronaca locale | |
|
|
Giovedì 8 febbraio 2007 | |
Arpino Forte scrive a Zotti: «No al depotenziamento del Santa Croce» Il sindaco, nella lettera inviata per conoscenza anche ai suoi colleghi dei comuni vicini, chiede un incontro al direttore generale di PIERGIUSEPPE BUTTARAZZI ARPINO — Sanità sempre più nell'incertezza, almeno per Arpino e comprensorio. E' questo il senso della lettera che il sindaco Fabio Forte (foto) ha inviato al direttore generale Asl, al direttore sanitario, al responsabile del presidio ospedaliero di Arpino, ai sindaci di Sora, Isola del Liri, Monte san Giovanni Campano, Arce, Santopadre, Rocca d'Arce, Fontana Liri, Castelliri e Broccostella. «In relazione alle notizie di un probabile depotenziamento dell’ospedale Santa Croce di Arpino» si legge nella lettera «chiedo un incontro urgente con la dirigenza Asl al fine di chiarire situazioni ed azioni relative al futuro della struttura». Aggiungiamo noi che l'attuale presidio ospedaliero, una volta, era un efficiente ospedale che serviva una vasta utenza. Leggi che tengono conto dei numeri e non dei servizi lo hanno declassato e ridotto ai minimi termini, anche se alcuni reparti dell'ex ospedale di Isola del Liri sono stati trasferiti di recente al Santa Croce. «Oggi, paradossalmente, si trasloca di nuovo, caricando di ulteriori costi la Asl che non brilla certo per floridità finanziaria» aggiunge Forte. Non dimentichiamo che il territorio in cui ricadono i comuni che il sindaco Forte ha investito della medesima problematica sono per lo più collinari e montuosi, con tutti i problemi che questo comporta per i cittadini che dovessero recarsi presso una struttura ospedaliera per qualsivoglia necessità. A questo si aggiungano i costi che gravano in più sull'utenza a seguito della Finanziaria 2007 ed i codici bianco, rosso e verde che saranno decisi in sede di visita presso il pronto soccorso. «I sindaci che leggono per conoscenza - chiude Fabio Forte - sono invitati a far sentire la loro voce in considerazione del fatto che la lungodegenza serve anche i loro comuni». |