Cronaca locale

Martedì 13 febbraio 2007
CECCANO — Il reparto di ortopedia accorpato ad Anagni: è durato poco il sogno di rivitalizzare ...

di PIETRO ALVITI

... il nosocomio fabraterno. E una pietra tombale sta per calare sulle sorti future del S. Maria della Pietà. Le decisioni naturalmente sono state assunte a Roma e a Frosinone e stavolta Ciotoli non potrà prendersela con la solita giunta di centrodestra che non tiene conto delle esigenze dei comuni di sinistra. L'accorpamento di ortopedia segna la fine della specialità di punta che aveva riportato i pazienti a Ceccano ed è stata decisa dalla giunta Marrazzo, nell'ambito del piano di risanamento della sanità regionale. L'ha reso noto il direttore generale dell'Asl di Frosinone, Giancarlo Zotti. La notizia sembra aver lasciato in afasia tutta la politica ceccanese che proprio qualche settimana fa aveva vissuto momenti di esaltazione al momento dell'omaggio pubblico di un endoscopio ai sanitari di Ceccano. In quell'occasione il sindaco Ciotoli, pur in mezzo alle polemiche dell'opposizione, aveva dichiarato che «la città di Ceccano rappresenta uno dei maggiori centri sanitari provinciali impegnati in questo ambito, esprimendo al contempo grande e qualificata accuratezza diagnostica e ottimi standard di prevenzione. Dopo gli importanti passi in avanti compiuti negli ultimi anni nel campo della sanità, con un ospedale pubblico progressivamente potenziato grazie all’attivazione di nuove specialistiche, Ceccano si doterà già da oggi, dunque, di un’ulteriore preziosa attrezzatura, da impiegare nel delicato campo della prevenzione e della diagnostica in genere». Ora, senza ortopedia, Ceccano torna ad essere quell'ospedaletto di serie B più volte denunciato sulle pagine di questo giornale, non per la qualità del personale medico e paramedico che anzi supplisce con abnegazione alle mancanze organizzative, quanto per le decisioni della politica che trascura di nuovo il fatto che la Regione, negli ultimi anni, abbia investito decine di miliardi di vecchie lire per ristrutturare il S. Maria della Pietà che, invece, torna ad avviarsi sulla strada di un lento ed inesorabile declino. Ora, come nel caso dell’inquinamento della Valle del Sacco, o – pardon – Valle dei Latini, tutta la sinistra fabraterna cercherà di addossare a Berlusconi o a Storace le responsabilità di quanto accade oggi, senza interrogarsi del perché invece a Roma non abbiano deciso diversamente: accorpare ortopedia di Anagni a Ceccano che ha struttura nuova, camere operatorie nuove, sensibilità amministrativa forte nei confronti dell'ospedale, alto numero di interventi specifici. Basterebbe ricordare che addirittura il vescovo di Frosinone, al momento della necessità, ha fatto ricorso al reparto di ortopedia di Ceccano, ricavandono un giudizio più che positivo. La decisione romana è passata sopra la testa del sindaco e della giunta che regge Ceccano e che si prepara a ripresentarsi agli elettori. Possibile che nessun esponente della sinistra eletto a Ceccano abbia sentito la necessità di difendere i diritti dei cittadini fabraterni?