Pochi cardiologi, stop agli interventi
Garantite solo le urgenze.
Il manager: «Presto nuove assunzioni»
di MASSIMO CECI
Sospesi i ricoveri e le attività chirurgiche
programmati presso l'ospedale "San Benedetto" di Alatri. Spazio solo
alle urgenze. Ma la Asl reagisce: «Ad aprile due cardiologi verranno
assunti. Così si rischia l'interruzione di pubblico servizio».
Linea dura del comparto medico del nosocomio del San Benedetto di Alatri.
Da ieri, come annunciato a febbraio, il blocco dell'attività nelle sale
operatorie è divenuto realtà. Scopo della protesta, convincere la
dirigenza della Asl ad accelerare l'assunzione di cardiologi. «Qualcuno
pensava che non avremmo portato avanti la nostra battaglia - dicono i
medici in rivolta - Dispiace constatare che nessuno della dirigenza
dell'Asl ci abbia contattato». Disagi in vista per i pazienti? «Sappiamo
di creare disagi all'utenza, e ce ne scusiamo, ma la nostra battaglia va
proprio a difesa della stessa - insistono i primari - Come si può andare
avanti con un pronto soccorso privo di un cardiologo? Come si fa ad
operare senza avere la presenza, prevista dalla legge, di un cardiologo
in sala?»
Secca la replica della dirigenza della Asl di Frosinone: «Ci risulta che
Alatri abbia sospeso l'attività chirurgica programmata, svolgendo solo
le urgenze - ammettono il manager Giancarlo Zotti e il direttore
sanitario Raffaele Ciccarelli - E questo nonostante non ci sia un
servizio di Cardiologia h 24. Eppure nell'atto aziendale abbiamo deciso
di istituirlo. Abbiamo dato il via al concorso per il reclutamento dei
cardiologi (abbiamo svolto finora due prove su tre), abbiamo ottenuto la
deroga per le assunzioni da parte della Regione e dal primo aprile
potremo mettere a disposizione del nosocomio di Alatri altri due
cardiologi, che coprirebbero il turno h 12 con reperibilità notturna.
Non solo: tempo una o al massimo due settimane, era già stato deciso il
trasferimento di un cardiologo proprio nel presidio di Alatri». Come
spiega, allora, una decisione così clamorosa? «Sono amareggiato, anche
se poi la sospensione dell'attività chirurgica di elezione per una o due
settimane non credo danneggerà più di tanto i pazienti. Penso piuttosto
che si tratti di un gesto volutamente eclatante», conclude Zotti. Una
protesta senza precedenti che ora potrebbe finire nelle mani
dell’avvocato. I vertici dell’Asl, infatti, stanno valutando l’ipotesi
di acquisire un parere legale per capire se ricorrono gli estremi
dell’interruzione di pubblico servizio. «Ma non vorrei arrivare a
tanto», taglia corto Zotti.
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