Cronaca locale | |
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Giovedì 1° marzo 2007 | |
Il presidente dell’Unione Industriale contro
un piano di rientro profondamente penalizzante «Era stato preannunciato che non ci sarebbero stati tagli di posti letto nella provincia di Frosinone. La notizia era arrivata il 15 febbraio scorso, quando il presidente della giunta regionale aveva fatto visita al cantiere del nuovo ospedale di Frosinone. A pochi giorni di distanza è stato deciso di eliminare 49 posti letto nel settore privato». Così il presidente di Confindustria Frosinone, Arnaldo Zeppieri, interviene sugli ultimi sviluppi legati alle vicende della sanità, ricordando ai vertici regionali che non si risolve il debito della sanità pubblica intervenendo su quella privata con questi metodi. «Pur consapevoli del deficit enorme accumulato dal sistema sanitario regionale – prosegue Zeppieri – dobbiamo ricordare quale ruolo insostituibile ha avuto e deve avere nei confronti dei cittadini poter contare su un’offerta articolata, quale quella degli operatori privati, nello stesso interesse del sistema sanitario nazionale che deve poggiare su una pluralità di alternative. «Voglio ricordare – continua Zeppieri –che la sanità privata, che già da tempo soffre di gravi e costanti ritardi nel pagamento delle prestazioni, ha un livello di governance da parte degli imprenditori "naturalmente" orientato all’efficacia e all’efficienza. Il piano di rientro prevede esclusivamente tagli nei confronti dei privati, soprattutto nelle province. Cosa, questa, che secondo noi non contribuirà affatto a ripianare il deficit del settore. Lo scorso 15 febbraio era stato annunciato che i tagli non avrebbero riguardato la provincia di Frosinone, il giorno successivo sono stati inseriti. A tutto questo va aggiunto – continua il presidente di Confindustria Frosinone – il fatto che l’indice di posti letto per mille abitanti relativo alla provincia di Frosinone è del 2,90, a fronte dell’obiettivo dello standard di 3,5 posti letto per mille abitanti da raggiungere nel prossimo triennio. Questo indice è il più basso della regione Lazio, se confrontato, per esempio, con quello della capitale che è del 4,63, o con quello di Latina, che è del 3,31». «L’ulteriore elemento di preoccupazione, nasce dalle dichiarazioni dello stesso direttore generale della Asl Giancarlo Zotti, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, ha detto di non essere a conoscenza dei criteri utilizzati per procedere al taglio, soprattutto considerando il fatto che la provincia necessiterebbe di nuovi posti letto. Confindustria Frosinone sottolinea il rischio che senza un coinvolgimento dell’Associazione possano essere adottate delle soluzioni che continuino comunque a penalizzare altre strutture sanitarie private. Spesso è proprio la sanità privata ad intervenire, là dove la pubblica mostra carenze. È stato segnalato sulla stampa che per fare un’ecografia presso una struttura pubblica occorreva attendere otto mesi e pagare un ticket di 45,89 euro. Rivolgendosi ad una struttura privata bastavano solo pochissimi giorni di attesa, pagando 52 euro. Un fatto assolutamente da non trascurare. «Si chiede – dichiara Zeppieri – anche di capire quale è stato il meccanismo ed il sistema utilizzati per prendere questa decisione». «La "Sezione Sanità" di Confindustria Frosinone – conclude la nota – che rappresenta una parte importante delle imprese che operano nella sanità privata sul territorio, presieduta da Roberto Pacitto, chiede di essere convocata dall’assessorato regionale alla sanità per un incontro di verifica». |