Cronaca locale

Domenica 4 marzo 2007
OLTRE dieci interventi, più di tre ore di discussioni (a volte anche molto accese), diagnosi ...

di LUCA SERGIO

... impietose sui numerosi e gravi problemi del sistema sanitario regionale e provinciale. E con un ritornello ripetuto, proveniente perlopiù da gente di sinistra che ha manifestato tutta la sua delusione: «Rispetto al centrodestra non è cambiato niente, anzi le cose sono peggiorate». Questo quanto accaduto ieri mattina, nell’affollata sala convegni dell’Asl in Via Fabi, nel riuscito convegno indetto da nove associazioni di volontariato sul tema «Per una sanità moderna, efficiente, condivisa e partecipata in provincia. Ragionare per capire, proporre per cambiare. No alla malasanità!». Dopo aver insistito per mesi, le associazioni sono riuscite ad ottenere la presenza nel capoluogo dell’assessore regionale alla sanità, Augusto Battaglia, che – insieme al direttore generale dell’Asl Giancarlo Zotti – si è dovuto sorbire tante «filippiche» sulle cose che non vanno nel sistema regionale e provinciale. Va detto, però, che sia l’assessore che il manager hanno affrontato l’assemblea senza timori reverenziali, mantenendo una posizione più di attacco che di difesa. Alla fine, è venuto fuori un confronto completo, senza peli sulla lingua, anche se si è parlato troppo di disfunzioni (che indubbiamente ci sono) e molto poco del positivo che c’è pure. Certamente si sono scontrati due atteggiamenti: le associazioni ed alcuni operatori che vogliono che siano superate subito le carenze mentre Battaglia e Zotti hanno chiesto tempo ed assicurato che non stanno con le mani in mano, anche se le risorse disponibili sono poche. «Dov’è finita la teoria della partecipazione e del ruolo protagonista del cittadino così fortemente evidenziati nelle campagne elettorali regionale e nazionale», si è chiesto ed ha chiesto il solito battagliero Francesco Notarcola, coordinatore delle 9 associazioni, spiegando che esse «vogliono ragionare per capire, proporre per cambiare, verificare se esiste la volontà politica di operare insieme per cambiare insieme». Ed ha sciorinato il quaderno delle lamentele giornaliere dei malati per ottenere una sanità pubblica non sfavorita rispetto al privato affinché non eserciti «quotidianamente violenza sui cittadini, non generi disagio, dolore, sofferenza e drammi». Ed ha ricordato che dieci anni fa (giunta Badaloni) un assessore promise finanziamenti per 1.000 miliardi alla provincia per «farla diventare un Eldorado». «Stiamo ancora aspettando. Il territorio vive una situazione di emergenza, specie nella sanità», ha denunciato. «C’è perciò bisogno di una sanità trasparente, efficiente, non lottizzata, partecipata». «Dichiariamo la nostra disponibilità piena al dialogo», ha concluso, «Questo incontro deve essere inteso come l’inizio di un confronto serio, altrimenti metteremo in atto iniziative di protesta per difendere il nostro diritto alla salute». Gli altri interventi hanno focalizzato i problemi non ancora risolti dei dializzati, degli handicappati, degli operatori che mancano, del previsto accorpamento degli ospedali. In particolare, il coordinatore dei servizi socio-sanitari, Narciso Mostarda, ha fatto presente che «la dirigenza dell’Asl sta ricostruendo un circuito virtuoso pur tra tante difficoltà». Ed ha citato il recupero della palazzina per le cure fisioterapiche, il cui progetto è alla Regione. Maddalena Murchio, presidente Ail, Regola d’oro e coordinatrice della consulta volontariato Asl, ha rivolto un pressante appello affinché si potenzi il reparto contro le leucemie con nuovo personale. «Non si può avere tutto e subito – ha affermato – però non posso pensare che si intenda chiudere una struttura donata dal privato».