Cronaca locale

Giovedì 12 luglio 2007
Alatri/Troppi parti cesarei

di PIETRO ANTONUCCI

ALATRI — Presso l’ospedale «San Benedetto» di Alatri si praticano troppi parti cesarei. Lo direbbero le statistiche citate dal dottor Carlo Perucci, direttore del dipartimento di epidemiologia dell’Asl Roma/E, che ha fatto presente il caso-Alatri in margine ad un’analisi dei dati relativa ai nosocomi capitolini.Ad Alatri, stando infatti a quanto ha affermato il medico, la media dei tagli cesarei sarebbe del 79%, una cifra elevatissima che non avrebbe eguali in nessun’altro ospedale, neanche in quelli di Roma, dove - si dice - il cesareo la fa da padrone. Nella capitale, i piccoli nati con parto naturale sono sempre meno, «Con conseguenze pesanti non solo sulla qualità del parto stesso, ma anche sulle casse della Sanità regionale». E via giù con le cifre: se alcuni Regioni vantano un ricorso a questo tipo di interventi di appena il 15%, la media romana schizza al 40%, quasi il triplo rispetto ad altri ospedali del Nord Italia. Dati che sono emersi dallo studio «Lo stato di salute della popolazione di Roma», condotto dall'Osservatorio epidemiologico della Asl Roma/E e presentato qualche giorno fa in Campidoglio. «La media romana è troppo alta - ha sottolineato il dottor Carlo Perucci, direttore del dipartimento di epidemiologia dell'Asl Rm/E - e guardandola possiamo capire dove finiscono inutilmente parte dei soldi destinati alla Sanità laziale. Se la media è del 40% - ha aggiunto inoltre Perucci - ci sono realtà dove i numeri sono molto più alti». E l’esempio portato è quello di Alatri: «All'ospedale "San Benedetto" di Alatri la media dei tagli cesarei è di ben il 79%. Forse - ha affermato il direttore del dipartimento di epidemiologia dell'Asl Roma/E rivolgendo lo sguardo all'assessore alla Sanità del Lazio Augusto Battaglia - sarebbe il caso di intervenire». Non è la prima volta che il nosocomio alatrense viene nominato per questi dati e sono da capire le ragioni per le quali tale «pratica» sia moto diffusa (in attesa di una conferma delle cifre del Perucci, ndc). Probabilmente, ciò ha come origine più fattori concomitanti, tra i quali l’organizzazione ospedaliera e la possibilità di evitare rischi, anche per i medici. Da un lato, infatti, va ricordato che il «San Benedetto» soffre, non da oggi, per carenza di organico: il ricorso al cesareo consentirebbe di utilizzare al meglio lo scarso personale di Ostetricia, che deve dividersi tra sala parto e sala travaglio. Inoltre, considerato l’aumento dei casi di denunce contro i medici per problemi al momento delle nascite, l’uso del cesareo ridurrebbe i rischi per i sanitari. Ma Perucci ha sollevato la questione dei costi che peserebbero troppo sulla Sanità laziale, chiedendo all’assessore Augusto Battaglia di prendere posizione in merito.